Nelle ultime 48 ore è proseguita l’avanzata russa a Bakhmut, città in cui i difensori ucraini sono ormai arroccati a difesa dei quartieri più occidentali. Secondo i russi oltre l’80% della città è ormai sotto il loro controllo. Mentre il Gruppo Wagner è impegnato nei combattimenti urbani, le forze regolari hanno consolidato ulteriormente il settore o nord-ovest della città, al fine di scongiurare puntate offensive ucraine. Negli ultimi giorni le truppe russe sono riuscite ad occupare in tratto della strada 506 che collega Bakhmut con Chasiv Yar, tagliando la principale linea di rifornimento per i difensori. I contrattacchi ucraini sono stati tutti respinti. Le difficoltà nel rifornire i difensori – sarebbero due le brigate ucraine rimaste a Bakhmut – e le difficoltà nell’evacuare i feriti avrebbero fatto ulteriormente lievitare le perdite ucraine, come riportato da numerose testate giornalistiche occidentali.
Un risultato che va nella direzione auspicata da Evgeny Prigozhin: il capo del Gruppo Wagner ha sempre sostenuto che la battaglia di Bakhmut deve essere un “tritacarne” per l’esercito ucraino, il vero obiettivo dei russi non è la conquista della città, bensì la distruzione delle forze nemiche. Un obiettivo reso possibile anche dalla decisione del presidente ucraino Zelensky di tenere la città a tutti i costi, anche contro il parere dei militari e – a quanto sembra – dei “consigli” statunitensi. Secondo Prigozhin la battaglia di Bakhmut giocherà un ruolo importante nella guerra, perché – dice – dopo la sua conquista da parte russa “non appena avremo finito di occuparci di Bakhmut, non appena cacceremo l’ultimo soldato dalla città o lo annienteremo nella città, quel giorno inizierà la controffensiva Ucraina”. La perdita di Bakhmut, secondo il capo del Wagner, costringerebbe infatti Zelensky a cercare un’immediata vittoria sul campo, per mantenere il morale interno e il sostegno occidentale.
Qualche aggiornamento, infine, dal fronte meridionale: l’avanzata ucraina sulla sponda sinistra del Dnepr, a sud di Kherson, sarebbe effettivamente avvenuta, tuttavia si tratterebbe dello sbarco di alcune unità da ricognizione su una delle isole del fiume, non presidiata dai russi. Stando a quel che si sa al momento – davvero poco – si tratterebbe di uno dei momenti preparatori di un attacco di più ampia portata e non dell’inizio dello stesso.