Come si sapeva da tempo le forze speciali francesi sono impegnate in Libia, al fianco del governo di Tobruk (e dell’Egitto). Missioni sotto copertura che vedono impegnati paracadutisti della Legione straniera e dell’Esercito, Commando paracadutisti dell’Aria, incursori e fanti di Marina. Un apporto militare importante (anche se non decisivo) a favore del generale Haftar e della coalizione anti islamista che preoccupa non poco gli sponsor europei (Italia compresa) e l’ONU che sostengono il traballante governo di unità nazionale, guidato a Tripoli dal primo ministro Fayez al Sarraj, e si oppongono alla frantumazione del vecchio regno di Gheddafi.
Da mesi Parigi negava (con scarsa credibilità) ogni coinvolgimento in Libia; poi domenica scorsa François Hollande ha dovuto ammettere (anche alla luce della strage di Nizza) la morte di tre incursori francesi in un non precisato “incidente di elicottero” durante una “pericolosa operazione di intelligence”. “Le forze francesi sono là per aiutare e fare in modo che la Francia sia presente ovunque nella lotta al terrorismo”, ha spiegato il portavoce del governo, Stéphane Le Foll. Insomma, la Francia (nel segno dei propri interessi) reagisce e combatte i fondamentalisti islamici sul loro terreno.
Né Hollande né il ministro della Difesa Le Drian hanno chiarito le circostanze esatte dell’incidente. Secondo alcune fonti libiche, rilanciate dalla stampa internazionale, i militari sarebbero stati uccisi domenica scorsa vicino Bengasi, nell’Est del Paese, quando una milizia islamista – la “Camera per le operazioni per la liberazione di Ajdabya”, gruppo armato legato alla “Brigata per la difesa di Bengasi” – ha annunciato di avere abbattuto un elicottero con militari a bordo. Secondo informazioni mai confermate, un commando di circa 150 uomini sarebbe stato dislocato presso la base aerea Benina, a 19 chilometri da Bengasi. Qui i francesi avrebbero stabilito un “comando di coordinamento” .
I francesi non sono però gli unici occidentali ad aiutare Haftar contro le reti jihadiste nella Libia orientale. Il Washington Post ha rivelato il 12 maggio scorso che forze speciali americane erano presenti a Bengasi, così come a Misurata, nella parte Occidentale del Paese, regione dominata da fazioni anti-Haftar. Lì sono state raggiunte da unità britanniche (il solito SAS) per aiutare la coalizione delle milizie dell’Ovest, alleate del governo Sarraj, nella loro offensiva contro Sirte, la roccaforte dell’Isis in Nord Africa.
Il quadro rimane confuso, ma la spartizione della Libia in due o tre microstati (più o meno ricchi di petrolio) è sempre più vicina. Di certo i francesi hanno scelto da tempo la Cirenaica e i suoi pozzi. Economicamente i più interessanti.
(fonte Analisi Difesa)