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Home L'Editoriale

Guerra per bande (democratiche)

di Augusto Grandi
2 Marzo 2014
in L'Editoriale
0
Guerra per bande (democratiche)
       

 

Habemus Renzi! Letta chi? E’ bello ammirare, ogni volta, la velocità con cui i servi mediatici si riposizionano sul carro del vincitore. Renzi? No, ovviamente: Davide Serra e complici. Da Farinetti alla banda che sostiene il burattino Matteo e che, ora, verrà premiata. Addio alla banda Vedrò: mai un nome fu così sbagliato, la banda non ha visto alcunché, prima con l’attacco alla De Girolamo e poi con la pugnalata alle spalle nei confronti di Letta. Si spera che ora l’inutile think tank venga rottamato. Ed ora tutti da Eataly, per imparare come fare il compagno in tv ed il tirchio in azienda con stipendi che rispettano sicuramente il contratto ma che sicuramente non consentono una vita felice. Ma alle loro bande rivali tutto questo non importa.

L’unica cosa importante è evitare il voto. L’ha detto, candido candido, un parlamentare del Nuovo centro destra alfaniano: se votiamo adesso, veniamo massacrati dai populisti alla Grillo. Dunque sapendo di perdere è meglio evitare di confrontarsi con il popolo. Che deve pagare le tasse, ma non ha il diritto di scegliere. Lo sceriffo di Nottingham ce l’abbiamo, manca Robin Hood. Il popolo bue deve applaudire, entusiamsarsi, obbedire. Ma non votare.

E così siamo al terzo presidente del Consiglio consecutivo non eletto ma nominato. Una faida interna al Pd, basta e avanza. Perché mai il burattino dovrebbe venir legittimato da un voto popolare? Mica siamo in democrazia. Lo si vede anche a Milano, dove il compagno Pisapia toglie la parola ai reduci dell’Istra e della Dalmazia. Perché lui, il compagno Pisapia, è contrario ad ogni cerimonia di ricordo del massacro degli italiani. Non a caso il massacro può continuare nella sua Milano, con bande di immigrati libere di commettere ogni violenza, perché lui è per l’integrazione a senso unico.

Con questa gente governerà Alfano? Grande coerenza. Pur di non farsi scaricare dalle poltrone governative (ma quante gliene lasceranno?) si limiterà a blaterare qualcosa contro lo ius soli o le coppie gay. Uso a obbedir lamentandosi. Ma a Renzi basta che Alfano obbedsica, con o senza mugugno.

Intanto l’area estesa del centrodestra si prepara nel migliore dei modi per perdere il Piemonte. Il candidato Chiamparino è battibile? Sì, e allora meglio dividersi prima, su tutto, per arrivare ad una candidatura che garantisca la sconfitta e l’elezione dell’ex sindaco di Torino. La sfilata degli autocandidati fa inorridire gli elettori e l’immancabile bella pensata di Berlu (che vorrebbe Malan) riesce a far apprezzare persino una parte degli autocandidati. Come farsi male da soli, imparando dal Pd ma andando oltre.

Tags: Angelino AlfanoDavide SerraFarinettiGiuliano PisapiaMatteo Renzi
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