Da circa una settimana è in corso una grande offensiva dell’esercito somalo nelle regioni centro-meridionali del Paese, obiettivo sottrarre il controllo del territorio alle milizie islamiste di al Shabaab. L’operazione finora avrebbe consentito al governo di Mogadiscio di recuperare il controllo di oltre 30 villaggi, eliminando circa 200 militanti islamisti.
Determinate per il successo dell’offensiva governativa il sostegno degli Stati Uniti, assicurato dagli assetti messi a disposizione dall’Africom (il comando delle forze statunitensi per l’Africa), in primo luogo droni da ricognizione ed armati utilizzati per l’eliminazione di figure chiave dei miliziani di al Shabaab o per il supporto diretto alle truppe somale impegnate sul campo.
Altrettanto importante, tuttavia, si sta rivelando l’aiuto offerto da Ankara al governo di Mogadiscio. Ancora una volta lo strumento utilizzato dalla Turchia – ormai partner strategico del governo somalo – per sostenere un proprio alleato sono i droni di ricognizione ed attacco. A confermare l’utilizzo dei velivoli senza pilota forniti dalla Turchia è stato il ministro degli Interni somali, secondo cui i droni di Ankara hanno garantito supporto aereo alle forze dell’esercito impegnate contro i jihadisti di al Shabaab.
È bene notare che l’impegno turco in Somalia investe non solo l’aspetto militare, anche se questo è probabilmente il più evidente. Nel Paese, infatti, è attivo dal 2017 Camp Turksom, la più grande base militare turca fuori dai confini nazionali. Qui sono stati addestrati migliaia di militari somali, militari sempre più spesso equipaggiati con armi e mezzi di produzione turca.
La presa di Ankara sulla Somalia, tuttavia, è ben più ampia, interessando anche l’economia del Paese africano: accanto alle società di gestione del porto e dell’aeroporto di Mogadiscio – in pratica le principali infrastrutture somale – sono ormai centinaia le imprese turche operanti nella nazione del Corno d’Africa.
Anche il sistema scolastico ed universitario somalo è ormai strettamente legato alla Turchia, basti considerare le sempre più numerose borse di studio offerte da Ankara per consentire alla futura élite somala di completare la propria formazione nel Paese anatolico.