Le forniture russe di gas alla Germania subiscono un taglio del 40%. Ad annunciarlo, con effetto immediato, il gestore russo Gazprom che, in una nota, rende noto che il flusso attraverso il gasdotto Nord Stream passerà dagli attuali 167 milioni di metri cubi al giorno a 100. Ufficialmente la riduzione delle forniture è causata da problemi tecnici legati al funzionamento della stazione di compressione di Portovaya. Il colosso russo dell’energia addebita parte della responsabilità alla tedesca Siemens: “A causa dei ritardi nella consegna di compressori da parte di Siemens, e malfunzionamenti ai motori, solo tre unità di compressione possono esser attualmente messe in funzione alla stazione di Portovaya”.
A dispetto delle cause tecniche del taglio, sono di tutta evidenza le ricadute economiche ed i sottintesi politici della scelta di Gazprom. Il solo annuncio della riduzione delle forniture alla Germania ha portato ad un aumento del costo del gas del 9%, ma il mondo economico-produttivo tedesco ha ben più gravi preoccupazioni: poco meno della metà delle forniture energetiche tedesche arriva dalla Russia, un’ulteriore eventuale riduzione avrebbe un impatto devastante sull’economia. Secondo la Bundesbank l’azzeramento delle forniture di gas costerebbe alla Germania 180 miliardi di euro, pari al 5% del proprio pil.
È altresì evidente come la sforbiciata odierna al rifornimento di gas – al netto delle motivazioni tecniche – è un messaggio non troppo velato che Mosca indirizza a Berlino, dove il governo del cancelliere Scholz deve mantener fede all’impegno di sostenere Kiev (anche se tra la promessa e l’invio effettivo di armi la distanza è grande) nonostante le forti pressioni a tenere una linea più defilata, pressioni provenienti da quei comparti del sistema economico-produttivo tedesco che temono le conseguenze di una critica rottura con la Russia.
È bene ricordare che una delle prime “vittime” della crisi ucraina è stato il gasdotto Nord Stream 2, infrastruttura ormai completa ma mai entrata in funzione a causa soprattutto delle fortissime pressioni esercitate dagli Stati Uniti affinché Berlino non aumentasse ulteriormente la propria dipendenza energetica da Mosca. E non rinsaldasse i legami che uniscono i due Paesi.