Il caso Pegasus, l’ormai arcinoto software spia di produzione israeliana (NSO), diventa sempre più interessante. Quella che sembrava una bolla di sapone, sta diventando una vera e propria bomba che mieterà più vittime di quello che inizialmente poteva sembrare. Ma andiamo con ordine. Chi è NSO?
Nella auto-presentazione che il Gruppo NSO fa di sé, possiamo leggere: “I nostri prodotti aiutano le agenzie di intelligence governative autorizzate e le forze dell’ordine ad affrontare legalmente i problemi più pericolosi del mondo di oggi. La tecnologia di NSO ha aiutato a prevenire il terrorismo, a smantellare operazioni criminali, a trovare persone scomparse e ad assistere le squadre di ricerca e soccorso.” Figura di riferimento risulta essere Shalev Hulio, cofondatore e CEO di NSO Group, che viene descritto sul sito aziendale così: “Ha prestato servizio come maggiore nell’unità di ricerca e salvataggio dell’IDF (l’esercito israeliano), dove continua a prestare servizio nella riserva dell’esercito ed è stato coinvolto in numerose operazioni di ricerca e salvataggio sia in Israele che all’estero.”
Cos’è Pegasus? Pegasus è probabilmente lo spyware più potente che sia mai stato sviluppato da un’azienda privata. Una volta inserito nello smartphone, si trasforma in un dispositivo di sorveglianza invisibile. Può copiare messaggi inviati o ricevuti, raccogliere foto e registrare chiamate. Non solo: è anche in grado di attivare la telecamera e il microfono dello smartphone a insaputa del proprietario per registrare conversazioni, tracciare gli spostamenti o identificare chi hai incontrato.
Secondo un’inchiesta condotta in tutto il mondo, il software Pegasus avrebbe consentito a vari governi di spiare non meno di 180 giornalisti, 600 politici, 85 militanti dei diritti umani , 65 imprenditori e, probabilmente una quindicina di Capi di Stato. Circa 20 giornalisti, fra quelli presumibilmente spiati, e la ong Reporters sans frontières, hanno formalmente denunciato NSO Group per aver fornito il software Pegasus allo scopo di controllare le attività dei soggetti coinvolti.
La commissione europea ha deciso di indagare sull’accaduto. Didier Reynders, commissario UE alla giustizia, ha dichiarato sul tema: “Stiamo iniziando a raccogliere informazioni per capire quale sia il possibile utilizzo dell’applicazione. Ma useremo più fonti, da quelle giudiziarie alle autorità sulla protezione dei dati, per verificare la solidità dell’informazione. Se vera, sarebbe inaccettabile“.
Secondo il quotidiano francese Le Monde, fra gli spiati ci sarebbero il Presidente francese Macron, quello sudafricano Cyril Ramaphosa e il premier del Pakistan Imran Khan. Ovviamente NSO Group ha smentito categoricamente qualsiasi coinvolgimento diretto nella cattiva applicazione del software Pegasus ed ha direttamente risposto agli autori dell’inchiesta “Nso Group nega con decisione le false accuse portate dalla vostra inchiesta. Queste accuse sono in buona parte teorie non corroborate, che sollevano seri dubbi sulla credibilità delle vostre fonti e sul centro della vostra inchiesta”.
Attendiamo quindi sviluppi, perché ne va della credibilità delle istituzioni a livello europeo e non solo. Essere spiati non è un’opzione accettabile.
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Articolo scorrevole che ben introduce all’argomento, attendiamo sviluppi.