Dopo le celebrazioni in grande stile per il ventennale della scomparsa del leader socialista, e dopo lo iato dovuto al Covid (l’appuntamento è saltato nel 2021 e ’22), la fondazione che ne porta il nome è tornata, in questo gennaio 2023, a salutare Bettino Craxi sulla sua tomba – recante il celebre epitaffio “La mia libertà equivale alla mia vita” – ad Hammamet, la città tunisina che lo ha ospitato nei suoi cinque anni e mezzo di esilio. Destra.it ha parlato ancora con la figlia, Stefania Craxi, senatore per Forza Italia: la situazione politica italiana è, in questi tre anni, drasticamente mutata, ed era necessario aggiornare la visuale dell’Italia dalla costa tunisina.
Onorevole Stefania Craxi, “Repubblica” ha scritto di “reduci e nostalgici” accorsi ad Hammamet, ma lei ha notato che in questi appuntamenti ci sono sempre più ragazzi, che non hanno vissuto in prima persona né Craxi premier né l’epoca di Tangentopoli.
Questi ragazzi provengono quasi esclusivamente dal centrodestra, e hanno cominciato a studiare Craxi perché se ne parla nelle loro famiglie. Si interessano a Craxi perché Craxi offre risposte alla contemporaneità, e ne fanno un mito perché è la figura centrale di una politica che non c’è più, una politica che manca. Le loro famiglie ne parlano ancora, perché la sua era una politica che affrontava le questioni di vita e di morte: il nostalgismo e il reducismo non c’entrano nulla.
Dallo scorso autunno in Italia c’è un governo nuovo, completamente diverso da quelli che lo hanno immediatamente preceduto. Questo può essere un contesto favorevole a una riflessione più serena riguardo Craxi?
Per prima cosa è un governo eletto, e questa sì che è una novità… qui ad Hammamet non dobbiamo riflettere sulla storia di Craxi, l’abbiamo vissuto tutto in prima persona. C’è una intera parte politica che dovrebbe riflettere, ma non lo fa e non lo farà.
La sinistra italiana ha appena subito una sconfitta pesantissima. L’atteggiamento con cui ha affrontato l’ultima campagna elettorale è lo stesso che l’ha portata allo scontro con Craxi?
La sinistra italiana continua a non riflettere né sulla storia di Craxi, né sulla propria. Eppure Craxi continua, anche a ventitré anni dalla morte, a vedere rinnovata la sua contemporaneità.

Al saluto alla tomba di Bettino Craxi è seguita l’inaugurazione della mostra “Pagine di storia della libertà. Il Pantheon socialista”: ritratti di figure che hanno segnato il percorso del riformismo in Italia (da Turati a Lombardi), nella galleria In Art alla Medina. Qui è stato letta, dalla senatrice Licia Ronzulli di Forza Italia (accompagnata dal compagno di partito, Alessandro Cattaneo; con loro Ettore Rosato, di Italia Viva, ed Antonino Germanà, della Lega), una lettera di Silvio Berlusconi, che ha omaggiato “l’amico Bettino Craxi” esprimendo compiacimento per il fatto che finalmente, accantonata la demonizzazione, se ne parli come d’un grande statista.