Campagna contro le notizie false o inattendibili o tentativo di silenziare eventi ed opinioni non omologate alla narrazione dominante? È questo il tema su cui si interroga il nuovo numero de Il Guastatore, la rivista bimestrale di approfondimento politico-culturale diretta da Clemente Ultimo per le salernitane EdizioniReazione di Luca Lezzi. Una riflessione che nasce all’indomani della vera e propria mobilitazione contro le fake news promossa dai media mainstream e dalle poche grandi aziende che controllano lei principali piattaforme social, mobilitazione che in più di un caso ha portato a casi di vera e propria censura, il più eclatante dei quali è senza dubbio quello che ha riguardato l’ex presidente statunitense Donald Trump.
Tema delicato su cui intervengono tre “ospiti” de Il Guastatore: Pietrangelo Buttafuoco, Daniele Capezzone e Giorgio La Porta, intervistati rispettivamente da Elena Caracciolo, Cristina Di Giorgi e Filippo Del Monte. Tre contributi particolarmente interessanti che consentono di inquadrare la questione da diverse prospettive, non sempre convergenti. Del difficile rapporto tra la destra politica ed il mondo della comunicazione e della cultura si occupano due penne particolarmente affilate, quelle di Augusto Grandi e Marcello De Angelis. Entrambi pronti ad evidenziare alcuni limiti “strutturali” che rappresentano a tutt’oggi un pesante fardello, a dispetto dei sondaggi più che incoraggianti (e forse sopravvalutati).
Sulla progressiva espansione del politicamente corretto nei più diversi campi e settori – dall’informazione all’intrattenimento alla televisione – il decimo numero della rivista ospita numerosi contributi, tra cui quello di Emanuele Mastrangelo dedicato a Wikipedia ed al dibattito in corso all’interno della comunità che anima l’enciclopedia libera sul tema, diventato politicamente rilevante, dell’uso della lingua. Antonio Zama e Lorenzo Maria Pacini puntano i riflettori, da diverse angolazioni, sul rischio di omologazione del pensiero, mentre Luca Lezzi affronta il delicato ed attuale tema del politicamente corretto veicolato dalle serie televisive.
Ampia e varia la seconda parte della rivista, con articoli che spaziano dal “romanticismo ultras” di Mario De Fazio alla riflessione sui limiti della visione femminista sviluppata da Mariangela Cirrincione. Continua il viaggio nelle riviste “storiche” della destra italiana di Gherardo Marenghi, mentre per Filippo Del Monte porta i lettori nel Sahel al seguito dei militari italiani impegnati in quel delicato, e poco conosciuto, scacchiere. Riprende il filo della riflessione sullo stato di salute del cattolicesimo contemporaneo sviluppata nel nono numero della rivista Piergiorgio Seveso, autore di una “confessione” di un cattolico integrale. Il ritorno alla campagna come risposta all’avanzare della società liquida è il tema dell’intervista a Giuseppe Onorato curata da Cristina Di Giorgi.
Presenti in copertina ed in quarta, come di consueto, i lavori grafici di Daniela De Vita e Guido Santulli.