L’ultimo lavoro dei Nurse With Wound, “Changez les Blockeurs and …”, viene presentato con un aneddoto: nel 1982 Steven Stapleton è stato il primo acquirente del debutto dei The New Blockaders nonché distributore, in seguito, del lavoro tramite la sua United Diaries; dopo 35 anni il gruppo gli offre di rileggere quel lavoro. Responsabile della parte grafica del lavoro, sotto l’alias Babs Santini, oltre ad essere responsabile della musica, inserisce una autocitazione decisamente significativa. Il primo disco, “Chance Meeting on a Dissecting Table of a Sewing Machine and an Umbrella”, è abbastanza noto per “la lista” i.e., la lista degli artisti che hanno influenzato il disco e che spazia da compositori d’avanguardia al prog rock italiano.

L’importanza di tale lista è dovuta al numero inconsueto di artisti minori, che magari hanno pubblicato un solo disco prima dello scioglimento, e alla copertura di buona parte della musica del decennio immediatamente precedente all’anno di pubblicazione di quel disco, il 1979, nonché all’ammissione esplicita che, prima di essere un artista, Steven Stapleton era un fruitore ed un collezionista. Quella lista, al di là del giudizio di merito, rimane importante poiché ricorda l’importanza delle radici, sovente chiamate influenze, nel percorso artistico visto che il linguaggio alla base di ogni opera si basa, in modi più o meno derivativi, da ciò che lo ha preceduto. L’ammissione di quella lista è che l’arte dei Nurse With Wound era la rilavorazione di quelle esperienze, filtrate dalla personalità degli autori, e che l’originalità non è qualcosa che nasce dal nulla, bensì il proseguimento, o la modifica, dell’arte del passato.
Quello dei “The New Blockaders”, riportato in una forma condensata in cui vengono chirurgicamente rimossi i riferimenti più nichilisti, è invece un manifesto sostanzialmente in linea con quello di molte avanguardie novecentesche e.g., futuristi, e, in particolar modo, con le idee espresse da Luigi Russolo ne “L’Arte dei Rumori”. Chiudendo il manifesto con “noi siamo i creatori che distruggono”, sovvertendo il messaggio originale che, continuando, si concludeva con “votiamo per nessuno … per le giuste ragioni”, viene esplicitato come l’uso del rumore, protagonista assoluto del lavoro, non sia una cancellazione del vocabolario musicale per il fine di una libertà assoluta (passo cancellato da Stapleton dal manifesto originale) ma la costruzione di un nuovo linguaggio sulle macerie del vecchio.
In quest’ottica il richiamo esplicito a quella lista, per presentare la rilavorazione dell’esordio dei The New Blockaders, serve, da un lato, a dichiarare l’influenza di quel lavoro sulla produzione successiva e, dall’altro, diventa un espediente per dimostrare come sia possibile rinnovare, e trasformare, un messaggio con un’operazione apparentemente semplice, ma con una chiara visione dei principi da seguire. Rimane significativo del fatto che viviamo in un’epoca ancora ancorata ai “chiari di luna”, nonostante gli auspici di Marinetti, il senso di radicalità che emerge dal vedere la tradizione come qualcosa da cui uscire rinnovandola anziché distruggerla o tramandarla ciecamente.