Prima un ministro (Poletti) che invita i giovani a non perder tempo con la preparazione degli esami universitari ed a puntare ad una laurea veloce anche con voti bassi. Poi un dirigente scolastico (un certo prof. Parma) che vieta le feste di Natale per non urtare la sensibilità di stranieri accolti in Italia e con la pretesa di determinare le tradizioni nostrane. Il tutto mentre il bugiardissimo annuncia regali di 500 euro ai diciottenni per andare al cinema o ai concerti in nome della in cultura dell’era Pd.
Non è un caso che questo governo di incompetenti punti ancora una volta sulla scuola per ridurre preparazione, competenza, cultura, conoscenza. A che serve approfondire un argomento, all’Universita’, quando poi i laureati possono aspirare a lavori dequalificati? Se un ingegnere viene pagato come qualsiasi dipendente che non abbia perso tempo a studiare? Ma l’attacco alla cultura deve partire da prima, dall’inizio del percorso scolastico. Cancelliamo il Natale perché è divisivo, spiega il dirigente scolastico. Perché non possiamo offendere i bambini di altre religioni. Che, infatti, si offendono. E si offendono pure i loro genitori. Per i canti di Natale? No, si offendono perché vengono cancellati. E sono fantastiche le interviste fuori dalla scuola del preside politicamente corretto. Con genitori musulmani che spiegano di non avere nulla contro il Natale e, anzi, di festeggiarlo anche loro. E con le mamme ignoranti italiane che difendono il preside che ha cancellato la festa per non irritare gli stranieri. Ma se invece di parlare ai giornalisti provassero a parlare con le famiglie islamiche che la festa la vogliono, non sarebbe meglio?
Ovviamente non potevano mancare i giornalisti politicamente corretti, a partire da quelli del Tg5, impegnati a spiegare che portare un presepe davanti a quella scuola rappresenta una evidente provocazione.
Ma se gli insegnanti ignoranti credono almeno un poco alle boiate che dicono, perché non danno prova di un minimo di coerenza e rinunciano alle ferie legate alle festività divisive? Perché non restano a scuola, rinunciando agli straordinari ed ai festivi pagati, per accogliere durante le vacanze di Natale tutti i bambini e ragazzi che non vogliono festeggiare? Un po’ di ripasso, un aiuto nello studio dell’italiano, un approfondimento delle leggi laiche dello Stato. Suvvia, prof, un briciolo di coerenza.
Insegno all’università. Da anni mi confronto con la squallida realtà di un governo che non vuole lo studio per i giovani. Nessuno riesce a spiegarmi a cosa serva dare esami in poco tempo con voti bassi e a cosa serva perdere 70 ore annue in un liceo per andare a lavorare (gratis). Abbiamo l’insensatezza di rettori che ci spingono sfacciatamente a non bocciare. Ma chi vuole un medico asino? E un ingegnere che progetta male i ponti? E un insegnante ignorante per i propri figli? Questa battaglia sarebbe una buona base di partenza per una destra che voglia riconquistare posizioni all’interno della società, visto che i colleghi di sinistra si adeguano totalmente: supini al buonismo e alla tecnologia, arrivano a promuovere studenti che non sanno scrivere perché tanto il computer lo fa al posto loro!