Una ricerca può catturare l’attenzione come una bellissima fanciulla in età adolescenziale. Peccato solo che, gli ormoni non si contabilizzano e che, lo studio della CGIA di Meste, (L’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) abbia davvero dell’impensabile. Sono 15 milioni i connazionali che non affidano i propri risparmi alle banche. Colpa della deregolamentazione bancaria, delle teorie economiche neoclassiste, oppure, della voglia innata di parecchie famiglie italiane intenzionate a far usufruire di un sonno ristoratore alla propria moneta europea. Tra le braccia accoglienti delle matasse di lana di un vecchio materasso suggerito da Morfeo, i tempi cambiano e in tutta Europa, quei 15 milioni di “insolenti”, paiono come eroi ed eroine sfuggiti alla bonifica di appiattimento del sistema bancario, parallelo a quello economico e dell’alta finanza che negli ultimi anni ha decretato con il crollo del sistema Denaro, una nuova fase. L’inizio della fine del turbocapitalismo e dell’inquadratura “democraticamente” accessibile a tutti, tra economia reale e l’economia finanziaria. La fine solo in parte «dell’età del processo di modernizzazione» del mercato finanziario e del Capitale, conseguente i principi e le interpretazioni di Ernest Mandel, descritti nel suo saggio Late Capitalism (Humanities Pres, London 1975).
L’odierna rilettura dell’economista trotzkista tedesco e, dell’evoluzione istantanea da lui tanto auspicata, trasposta in pratica: un mutamento repentino nella profondità del quotidiano di ognuno di noi, dove, non vi sono più spazi per un sano confronto delle idee e del pensiero. Dove, il problema principale che prima erroneamente fu solo filosofico dell’autonomia e della libertà individuali dei popoli ( Mandel le stravolse con forti accenni anti-comunitari), perde quasi definitivamente la sua attribuzione di comunità, trasferendosi in una concettualità di massa. Nel caso della moltitudine italiana che ha volontariamente scelto un comodo materasso alle lusinghe bancarie, sopraggiunge rapidamente la gogna mediatica e la vergogna. Il tutto deve essere per forza di cose riconducibile a ragioni storiche e culturali, all’ignominia graduale e a macchia diffusa in alcune località della penisola, associate ad una scolarizzazione ai minimi storici.
Chi non gioca col verbo, pretende una vita da tasso? Le vite da tasso di interesse e di morte a credito si sprecano. Poco importa l’alibi del momento di un maldestro direttore di filiale, il quale, (qui il trotzkismo influente è solo una presenza evanescente del danno procurato) scusandosi con la “sciura Maria” per nulla propensa alle televendite a cui gli viene applicato il 300% di interesse, (dati veri) pur scusandosi. E’ solo passibile di commiserazione ? Maria alza i tacchi e, fregandosene altamente dei massimi sistemi, molto probabilmente si augura uno Stato che non sia più vittima del debito pubblico e dell’alone sacrificale dello stesso e dell’internazionalizzazione, badando al sodo. Se le spese di un conto corrente sono troppo elevate, una puntualizzazione che gli istituti di credito respingono sin dalla loro istituzione nel sempiterno gioco interessato del Mindfucking generalizzato (Arte del “fottere” la mente dell’altro. Mindfucking di Stefano Re, Castelvecchio Editore del 2004), la sciura comprende infine che, l’alchimia della longevità del capitalismo è gelosamente conservata nella sua prerogativa principale: nutrirsi anche delle critiche, rigenerandosi in altre forme senza mai abbandonare l’accumulo di capitale.
In Europa non si riscontrano situazioni simili a quella italiana. Anzi, diligentemente i depositi bancari sono in crescita e l’irreversibilità dei governi va a braccetto con l’alta finanzia speculativa accentuandosi. E cosa importa se il 60% degli europei è convinto che la prossima generazione avrà vita ancor più dura ? Sappiamo certo che i “proscritti” della CGIA di Mestre, sono perfettamente a conoscenza della divaricazione fra prezzi e salari, decifrabile nell’involuzione a scendere dei salari, reali. Il trentennio della crescita (urge un approccio alla decrescita) congiunturalmente all’accelerazione continua dell’ultima muta della Forma Capitale (economica, finanziaria, dei consumi) è alla ricerca spasmodica di spazi ormai terminati e, paragonando a ciò, il fiorire dell’accumulo patrimoniale delle famiglie italiane a fine anni ’80, quando più della metà di esse aveva figli a carico, oggi, grazie a questa corsa accelerata, la percentuale è scesa al 38/40%.
Un risveglio dall’incubo permanente di una società sacrificata al torpore dell’ omologazione, la cui incidenza è quantificabile nel forte aumento delle famiglie mono-componenti che hanno abbondantemente superato il 25% della popolazione. I nipoti di Trotsky(collaboratori domestici della spinta sostenuta del Capitale) e il capitalismo di ultima generazione, hanno ridotto il 70% degli italiani ad aver timore di una spesa imprevista di mille euro nei prossimi dodici mesi. Il primo gradino di attività sinergica tra le componenti sane della Nazione, parte da quei 15 milioni di italiani che hanno rigettato al mittente le offerte vantaggiose del non credito e del profitto speculativo ? Un inizio ed una rinascita alla subalternità culturale: meglio un vecchio materasso facilmente battibile