Carlo Calenda entusiasma l’informazione di servizio ed in particolare il Tg di riferimento, quel Tg5-Pd5 che trasforma le notizie in spot elettorali a favore di chiunque sia contro il governo. Ma come ha fatto l’ex ministro renziano a riconquistare la scena? Con una proposta rivoluzionaria: alle europee presentiamoci con una lista unica.

Ed il successo è stato immediato. Hanno aderito all’iniziativa Martina (Pd), Zingaretti (Pd), Gentiloni (Pd), Chiamparino (Pd), Minniti (Pd), Sala (Pd), Nardella (Pd). Le adesioni evidenziano il coinvolgimento di tante forze differenti ma convergenti.
Di fronte a questo ampliamento eccessivo, però, il bugiardissimo Renzi si è sentito in dovere di mettere un freno. E ha chiarito che si possono persino accettare le adesioni del Pd, ma bisogna stare attenti allo sbarco di massa dei fuoriusciti da LeU.
Già, perché oltre agli esponenti del Pd pronti a sostenere il Pd, si ipotizza persino un accordo con Boldrine. E lei, assicura il Pd5, garantirà consistenti afflussi da sinistra. Infatti Marco Rizzo, leader dei comunisti, ha subito chiarito che con questa gente non vuole avere nulla a che fare.
Per la felicità di Calenda e Renzi che possono continuare il percorso di avvicinamento a ciò che resta di Forza botulino. E soprattutto a ciò che resterà in prospettiva, quando l’ala dialogante con la Lega non riuscirà più a convivere con le Erinni ululanti del partito Mediaset.
Su questo punta anche la Sorella della Garbatella che ha abbandonato le posizioni sociali retaggio di parte del Msi per accomodarsi sulle indicazioni liberal-democratiche dei nuovi soci fittiani. In questo modo spera di raccattare i voti in uscita da Forza botulino in caso di accordo con i renziani.
Peccato che una Lega in dimensioni da Balena verde – una sorta di nuova Dc – abbia già la corrente di Giorgetti attenta ai rapporti con le imprese e pronta a candidare qualche esponente confindustriale. Insomma, la Meloni rischia di essere scavalcata sia sul fronte sociale sia sul fronte delle imprese.