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Il burattino promette una scuola nuova: peggiore

di Augusto Grandi
22 Settembre 2014
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Il burattino promette una scuola nuova: peggiore
       

Il burattino bugiardo ha promesso che la scuola italiana diventerà un fiore all’occhiello e garantirà la preparazione di una futura classe dirigente eccezionale, fantastica, ai primi posti in Europa se non nel mondo. D’altronde lui, il burattino, è un mago nelle false promesse. Ma proprio sulla scuola riesce a dare il peggio di sé, nel confronto tra promesse ed una realtà che, grazie a lui ed alle renzine, peggiorerà ulteriormente. Perché, nella logica del risparmio ad ogni costo, molte scuole in sempre più province hanno deciso che, da quest’anno o dall’anno prossimo, si eliminerà il sabato sui banchi, per spalmare le ore nei 5 giorni precedenti. In pratica, nel migliore dei casi, si passerà così a 6 ore di insegnamento quotidiano. In genere continuativo, senza sosta.

Dunque, secondo i grandi cervelli che sgovernano il Paese e la scuola, dalle 8 alle 14. Qualsiasi imbecille sa bene che la curva dell’attenzione si abbassa sensibilmente con il trascorrere delle ore. Si abbassa anche sul finire di ogni ora, se mancano minuti di recupero. Dunque c’è da immaginarsi l’efficacia della lezione nella sesta ora. A stomaco vuoto, per di più.

Ma i grandi cervelli del ministero, dei provveditorati, delle province per non parlar dei presidi, ignorano un altro aspetto. Alle superiori il pendolarismo è estremamente diffuso. Perché, lorsignori probabilmente ignorano anche questo, l’Italia è un Paese montuoso e nelle vallate di Alpi ed Appennini le scuole superiori sono numericamente scarse. I ragazzi affrontano lunghe trasferte per raggiungere licei o istituti tecnici. Per essere a scuola alle 8, considerando l’indecente servizio offerto da treni e corriere, si parte anche un’ora prima, quando basta. E anche per attraversare le città, grazie al pessimo servizio di trasporto locale, si parte con largo anticipo. E si rientra con ampio ritardo. A che ora avranno un pasto caldo, tutti questi ragazzi?

Al ministero forese non lo sanno, ma sulle Alpi e sugli Appennini in autunno ed in inverno non fa caldo. Piove e nevica. Sicuri che siano le condizioni migliori per uno studio che renda davvero? Sicuri che in queste condizioni i risultati siano fantastici? Quando cominciano a studiare a casa? O i grandi cervelli, che non son mai saliti su un treno di pendolari, pensano che si possa studiare, a digiuno e al freddo, stando in piedi su treni superaffollati?

Ma il burattino e le renzine metteranno a disposizione le nuove tecnologie. Basta con obsoleti libri di carta, che costano. Si risparmia e si usano gli Ipad, i tablet. Ovviamente al ministero non si sono accorti dell’allarme degli oculisti che hanno evidenziato un incremento enorme dei problemi visivi proprio in relazione all’utilizzo deki nuovi apparecchi. Forse non avremo una generazione di studenti super preparati, ma avremo una generazione di ragazzi malati (quando avranno il tempo per lo sport?) e con problemi di vista. Già, ma con il sabato libero potrà aumentare il turismo. Come se il problema fosse il tempo libero e non la mancanza di soldi per approfittarne. A luglio o agosto le famiglie, ragazzi compresi, sono in vacanza. Ma il turismo crolla lo stesso.

Tags: istruzioneMatteo Renziscuolascuola italianaturismo
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