Il 7 maggio 1954, dopo mesi d’assedio, cadeva Dien Bien Phu. Una battaglia disperata e terribile che segnò la fine dell’avventura coloniale della Francia in Indocina e consegnò il nord del Vietnam al comunismo. Una catastrofe militare e politica e, al tempo stesso, un’epopea moderna. In quell’angolo d’Indocina, nonostante le ottusità degli Stati Maggiori e la viltà dei politici della IV Repubblica, gli uomini del Corps expéditionnaire français en Extreme Orient — paracadutisti, legionari, soldati della Coloniale — dimostrarono tutto il loro eroismo e il loro valore. Sino in fondo, sino all’ultimo combattimento attorno ad “Isabelle”, il caposaldo difeso dalla Legion. Sino a quel 7 maggio. Il bilancio per la Francia fu durissimo: cinquemila caduti in combattimento e altri ottomila morti nei campi di “rieducazione” viet. La Repubblique scelse di non vedere, di dimenticare. Per anni. Ma a Parigi Jean Pax Mefret, un cantante non allineato, ha voluto ricordare una volta di più tutti quei “ragazzi di 18 anni caduti cantando. A Dien Bien Phu”. Da vedere.
Chi sono gli elettori del nuovo corso lepenista. Un’indagine sociologica
Nel suo percorso di “normalizzazione” il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella ha archiviato gran parte dell’armamentario del...
Leggi tutto