Il “Cesare” di Volturara Appula, detto anche il “marchese del Grillo” e il “conte Tacchia della Capitanata”: ha reso possibile l’impossibile: una quasi assoluta sintonia tra il sottoscritto con Ernesto Galli della Loggia nell’editoriale “Il paese dei tavoli” e con Antonio Polito nella nota “ L’enfasi regale dell’avvocato del popolo”. Il collega universitario ha avvertito, dopo aver sottolineato l’invenzione tutta nostrana della prossima megariunione romana, che la classe politica e i suddetti Stati generali “sono serviti e servono per una grande operazione di scarico di responsabilità”.
Per Galli “un normale individuo [ma Conte non lo è certamente] che si dedica professionalmente alla politica” è uno che “ha un’idea, un’idea personale “ delle cose salienti per una determinata società. “Non già perché la commissione stessa gli suggerisce che cosa deve fare e perché gli scriva lei un intero programma di governo, magari di portata decennale come è stata indotta a fare la Commissione presieduta da Vittorio Colao”. Dopo aver scandagliato le recondite intenzioni del pugliese e dei suoi geniali compagni di assembramento, Galli non può non definire a buon diritto la Commissione “un espediente” e “una scappatoia più o meno astuta”.
Il cattedratico in quiescenza coglie nel segno nel momento in cui rileva che l’invenzione di Conte nasconde il suo vuoto assoluto di idee e il male più consistente ereditato dai governi del dopoguerra, di centro e di centro-sinistra, la “patologica difficoltà di decidere”.
L’editorialista è dell’avviso che l’indecisionismo cronico e la forma più innocua, del decisionismo debole e inconcludente rappresenti il nodo essenziale. L’unico momento in cui Galli non merita il consenso è quello del rimprovero alla opposizione per una pretesa e presunta adesione alla vuota invenzione di Conte. L’unico ad avere espresso una equivoca convergenza è stato il movimento berlusconiano mentre i leghisti sono stati stranamente equivoci e FdI ha rifiutato la ridicola proposta, insistendo sulla centralità unica e indiscutibile del Parlamento.
Polito, dal canto suo, assai abilmente (da buon partenopeo) ha rivisitato in modo caricaturale alcuni momenti della spasmodica quotidianità di Conte: “Più pericoloso per un aspirante sovrano, soprattutto incontra vis à vis il popolo come ha fatto l’altra sera parlando con un contestatore in piazza, è mostrare di non sapere che il reddito di cittadinanza non è di 800 euro per tutti, ma molto, molto meno per tanti. Perché ricorda troppo da vicino la storia delle brioche di un’altra personalità coinvolta nella storia degli Stati Generali: Maria Antonietta”.
Non vanno derise ed accantonate le ironie, recte censure o bocciature, di Prodi sulla necessità di decisioni rapide e di Cassese sullo “stile leaderistico senza leader”.