Una cosa è certa. A Pierluigi Arcidiacono piacciono Milano e gli Anni Settanta. Ed ecco i suoi libri sull’Inter, poi, il saggio sui “Sanbabilini” e ancora tante interviste sui personaggi meneghini degli anni ’60 agli ’80 e un libro sulla città fatto di immagini e testi di differenti autori durante i primi mesi di chiusura sanitaria, “Milano Atmosfere 2020” realizzato insieme al fotografo Mattia Pistoia. Poi quattro opere teatrali. Bene.
Ora un romanzo, “Il destino in grani – L’adolescenza, gli anni Settanta”, il primo di tre volumi in cui si racconta la storia del giovane Alfredo della Vittoria, dai tempi delle scuole medie agli anni Duemila, passando (negli anni Ottanta) per la leva nei Carabinieri.
Dalla sinossi riprendiamo un passaggio: «Alfredo nel 1972 inizia le scuole medie. È un bambino colto, legge molto, ma sui libri di scuola è svogliato. Subito scopre qualcosa di meraviglioso: la bellezza di una compagna di classe. Si chiama Maria, Alfredo la osserva e pensa alle sue labbra: “di quelle che anche a quella giovane età ti invitano a sognare di zittirle, baciandole dolcemente.” Questo, specialmente nella prima parte, «legge molto, ma sui libri di scuola è svogliato», è certamente autobiografico. «Nell’anno scolastico successivo Alfredo non è più un bambino, ma non è ancora un ragazzo: inizia il percorso di quella che viene definita “L’età incompiuta”: l’adolescenza»
Andiamo avanti. Gli anni Settanta a Milano sono un periodo sconvolgente e Alfredo, in pochi mesi, viene “risucchiato” dalla politica e dalla terribile violenza di cui è permeata la vita quotidiana. Il ragazzino diventa un simpatizzante della destra radicale ma incontra Nicoletta, una ragazzina comunista. Due mondi contrapposti. Eppure si amano. Il romanzo arriva sino al 1982 (dieci anni di vita intensa), ma, attenzione, il finale riserva una sorpresa.
Nella nota introduttiva, Arcidiacono spiega perché vorrebbe definire il suo lavoro quasi “storico”. Non ne siamo certi (la Storia è cosa seria…) ma il giudizio spetta al lettore. In ogni caso va riconosciuto lo sforzo dello scrittore nel cercare di tratteggiare con eleganza e buona scrittura il clima e le atmosfere di un tempo amaro. Gli anni di piombo e i loro piccoli protagonisti. Una somma di tante minime vicende umane, talvolta illusoriamente esaltanti ma sempre crudeli, impietose. Passaggi umani e passaggi dolorosi. Amicizie, amori, amoretti, tradimenti, paure, sfide. Vita e morte. Sullo sfondo sempre Milano. La metropoli che non dorme mai, che tutto inghiotte, che tutto digerisce. Anche la follia dei Settanta. Rimane uno sfondo agrodolce con tanti «personaggi realmente esistiti che molti conoscono, i quali non interagiscono soltanto con le vicende dei personaggi di fantasia, ma anche con alcuni personaggi sconosciuti che nascono dalla realtà, e, quindi, sono, a loro volta, esistiti». Da leggere.
Pierluigi Arcidiacono, “Il destino in grani”, Fabbrica dei segni, Milano, 2021. Pp.288, euro 14,00