Matteo Renzi è ad un passo dalla meta. Un’espressione figurata che supera di gran lunga l’abbattimento di ogni frontiera politica. Scopriamo da qualche giorno che in Italia, la “Res Pubblica delle Banane”, favorevole all’auto elezione governativa e all’incensamento ispirato ad un programma “spettacolare”, quanto la vita del tutto fare della cinematografia statunitense Woody Allen, cambierà pagina. Non c’e’ tempo per gli ammiratori della democrazia diretta o partecipativa. Sempre che, l’innocenza violata della stragrande maggioranza degli italiani e la plasticità illustrata di un programma salva Italia, sia davvero condivisibile e possa ancora convincere gli ingenui. L’Italia, dopo tutto, è la Nazione cui piace sperare, vivere l’attimo e la pluralità ansiosa delle consultazioni tra il probabile neo Presidente del Consiglio e fresco di nomina a Segretario del Partito Democratico.
Tanto di cappello agli indomiti carrieristi dell’arte del governo? Tenendosi ben saldi alla poltrona dell’ex cinema di quartiere, e, provando a sforzarsi di individuare una probabile uscita sicura in caso di una visione poco gradita della pellicola trasmessa sul grande schermo delle vicende italiane, pare di si. L’apparenza inganna e così non è ? L’assuefazione e il mancato ossigeno, dovuto alle notizie non notizie, all’esasperazione di un’avvenuta collisione tra M. Renzi e B.Grillo, seduti sullo stesso scranno durante l’interminabile tavola rotonda, per poi essere sconfessata poco dopo dal leader del M5S. L’inizio di una “stagione nuova?”. Ovvero, non c’e’ trippa per gatti: habemus il Governo del giovane e democratico fiorentino, cui piace calarsi nei panni dell’unico discendente dei Kennedy, struggendosi amabilmente, però, nei riti e nelle obbligazioni oligopoliste, vicine agli estimatori della Federal Reserve di casa nostra. Una sceneggiatura degna di Sergio Leone ? Un’evenienza che non tiene conto della psicologia degli appassionati del complottismo, troppo impegnati a farsi sfuggire l’evidenza e a credere nell’assioma del sistema elettorale.
Ci vuole ingegno per calarsi apertamente in un menage a tre? Tralasciando l’intuito e gli ammiccamenti ampiamente contraccambiati da Giorgio Napolitano al Sindaco di Firenze, dimenticandoci solo per un istante della comunicatività espressa con le invettive a giochi fatti di B. Grillo, (direttamente utili al giovanotto ? ), occorre fare una precisazione. L’opposizione, responsabile della lunga continuazione del governo Monti-Letta, lascia il tempo che trova. In questi ultimi giorni, il parere autorevole e preparato dell’economista, esperto in strumenti e mercati finanziari, ricercatore universitario ed economista Alberto Micalizzi, rompe l’apatia diffusa. Muovendosi liberamente con argomentazioni imbarazzanti a differenza di molti suo colleghi per nulla interessati al “suicidio assistito” del governo Letta e ai laccioli della Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi, prova a districare con successo la matassa ingarbugliata: «il pasticcio nel quale siamo finiti sta tutto in questi tre semplici obiettivi che l’agenda di Governo imporrebbe per il biennio 2014-2015. Attuare il fiscal-compact (dal 2015) e ridurre strutturalmente il debito pubblico, operazione da circa €50 miliardi all’anno. Attuare il pareggio di bilancio, consegnando anche la sovranità fiscale nelle mani dell’Europa, operazione da circa €45 miliardi all’anno. In ultimo, ridurre la disoccupazione e conseguire la crescita del PIL».
Se il mattino ha l’oro in bocca e se diverse banche, secondo uno dei maggiori animatori degli incontri del Centro Studi Polaris e collaboratore della rivista on line Tech Media. Informazione e comunicazione nel web 2.0 (www.tech-media.it), sono propense all’interscambio dei BTP per bollare un rendimento al ribasso, c’e’ poco da stare allegri. E così difficile portare all’attenzione di tutti le problematiche relative alla cattiva gestione dell’informazione con la” I” maiuscola ? Certo non è semplice leggere il labiale di un Circus e di alcuni mezzi di informazione che sembrano parlare la stessa lingua. Come nelle ultime vicissitudini che hanno coinvolto più esponenti della politica tenendo con il fiato sospeso tanti italiani, forse è il caso di porsi una domanda: crediamo che quelle parole dette al telegiornale, oppure lette su vari organi di stampa siano imprescindibili dagli eventi in atto ? Ecco allora, è, in quel istante che riaffiora un ragionevole dubbio: l’assenza di chiarezza che dovrebbe essere di fondo e che non ci abbandona da anni. Nel momento in cui il silenzio è una fascinazione strumentale.