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Difficile entusiasmarsi per il nuovo governo. Certo, super Mario ha evaporato l’insopportabile duo Conte-Casalino e messo in sicurezza la cassa, ovvero i ministeri economici, affidandone la direzione a figure di livello come Franco, Colao e, perché no, Giorgetti. Un team adeguato per la gestione della complicata partita del Fondo per la ripresa. Bene. Ma meno, o per nulla, convince la conferma di personaggi imbarazzanti (tra tutti Di Maio e Speranza) in dicasteri chiave come gli Esteri e la Salute o la riesumazione di politici bolliti come Brunetta e Orlando o inadeguati come Carfagna e D’Inca. Sulla Lamorgese è meglio sorvolare.
A ben vedere di positivo, doveroso approfondimento, c’è il ridimensionamento dei grillini — con Draghi al comando Gigino si limiterà alle fotocopie e Patuanelli potrà dedicarsi solo ai cespugli —, la rinascita del ministero del Turismo con Garavaglia, l’affido a Cartabia della Giustizia (un ciaone a Fofò Buonafede) e a Cingolani la Transizione ecologica (vero obiettivo del lugubre comico genovese). Poi si vedrà. Verificheremo, capiremo, criticheremo. Senza sconti. Con serietà.
E l’opposizione? Per il partito della Meloni si apre una fase cruciale. Nell’immediato la scelta di non partecipare alla kermesse ministeriale si rivelerà senza dubbio pagante. Il richiamo della coerenza e il profilo patriottico (“voteremo ogni misura utile al Paese”) sicuramente incontreranno consensi e simpatie. Se poi Draghi, un esempio tra tanti, sarà costretto dai suoi ingombranti compagni di viaggio a confermare il lunare Arcuri e il suo contorno di faccendieri e portasfiga, i Fratelli si troveranno aperte le praterie elettorali…
Più complicato sarà mantenere la rotta ferma nei prossimi mesi. Non è per nulla scontato che il neo premier si faccia inghiottire dalla stramba compagine che (malvolentieri) lo sostiene. Un eventuale successo del piano di vaccinazioni (il più grande della storia) e la riuscita del programma di investimenti sicuramente blinderebbero Palazzo Chigi che diverrebbe il perno di una nuova fase costituente. Uno scenario inedito per il Patrio Stivale e una perigliosa scacchiera per tutte le forza politiche, FdI compresa. In quel caso, non improbabile, Giorgia Meloni dovrà dimostrare abilità tattica e visioni lunghe, capacità d’ascolto e progettualità di governo. Un banco di prova decisivo, perchè come avvertiva Max Weber la politica è non solo il dominio della forza ma è (soprattutto) la capacità di sintettizare “l’etica dei principi” (Gesinnungsethik) con “l’etica delle responsabilità” (Verantwortungsethik). Ancora una volta auguriamo alla presidente di FdI buon lavoro.
mentre la politica matura le strategie per mantenere le poltrone la nazione si dissolve, la fede è una cosa seria, quello che accade e tutt’altro che serio per cui l’unica opposizione deve essere dura e portata fino all’estremo compreso movimentazione di manifestazioni contro questo scempio che si sta compiendo solo per denaro altro che salvare l’Italia, Non assisteremo alla moltiplicazione dei pani e dei pesci da noi venduto con la denominazione (sempre in lingua straniera) recovery found ma tutt’al più assisteremo ai mercanti nel tempio…..
Non vedo nulla di positivo, sinceramente, nel governo ufficioso della troika che, anzi, reputa sciagura cadutaci in testa. Salvini ha commesso un Erroraccio ad entrare nell’esecutivo visto che, in tal modo, non solo si è assiso con delle forze sovversive della Vita, dell’essere umano in quanto tale, ma le ha anche legittimate non considerando che, le dette forze hanno impedito il voto popolare per non farlo diventare Presidente del Consiglio. Quanto a FdI, bene ha fatto a collocarsi alla Opposizione anche se, per vari atteggiamenti, detto partito risente e non poco di quella che fu la lunga notte dell’orrore chiamata Alleanza antinazionale. In Italia la Destra non c’è.