• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
sabato 28 Gennaio 2023
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Home

Il grande gioco del Mediterraneo orientale. Gli obiettivi turchi e i dubbi americani

di Lorenzo Vita
26 Aprile 2021
in Home, Mondi
0
Il grande gioco del Mediterraneo orientale. Gli obiettivi turchi e i dubbi americani
       

Da una parte Joe Biden riconosce il genocidio degli armeni provocando la reazione stizzita di Ankara. Dall’altra parte proseguono le trattative tra Stati Uniti e Turchia per definire l’area di azione del paese anatolico nel Mediterraneo e nel Mar Nero. Non a caso lo stesso Biden aveva telefonato a Erdogan poche ore prima della dichiarazione sul genocidio parlando di rapporti bilaterali e di un incontro che si terrà a giugno.

Quello che è certo è che non è tutto così lineare come può sembrare dopo la presa di posizione pubblica del presidente Usa o tantomeno dopo che gli Stati Uniti hanno rimosso la Turchia dal programma degli F-35. Perché parallelamente a questi messaggi molto netti da parte dell’amministrazione statunitense, esistono diverse aree in cui Washington e Ankara appaiono ben intenzionate a negoziare. C’è l’Afghanistan, dove i turchi sono diventati un interlocutore particolarmente importante in vista del ritiro americano. C’è il Mar Nero, area in cui la Turchia non solo ha le chiavi per l’accesso in base alla Convenzione di Montreux ma anche solidi rapporti strategici con l’Ucraina e la Romania. E infine, e soprattutto per quanto riguarda l’Italia, c’è la Libia. Un territorio fondamentale per la strategia di Roma ma anche di Ankara e in cui i turchi, dopo il pieno sostegno militare a Tripoli, hanno messo più di un piede.

Queste aree sono centrali per la Turchia, ma altrettanto importanti per gli Stati Uniti. E la loro importanza risiede, in particolare per Mar Nero e Libia, nel fatto che questi due settori sono due punti di scontro molto rilevati nella nuova cortina di ferro con la Russia. Le coste settentrionali del Mar Nero e le basi della Cirenaica sono infatti due fronti di questa guerra latente tra Mosca e Washington. E la presenza militare russa, se non è eliminabile, secondo il Pentagono va di certo contenuta.

La Turchia, per la presenza militare in Tripolitania e per gli accordi militari e politici con l’Ucraina, rappresenta un partner decisamente interessante per gli Stati Uniti. Ha già dimostrato di saper mettere i bastoni tra le ruote (e allo stesso tempo dialogare) con la Russia. Sa come gestire le milizie, e soprattutto ha mostrato una buona capacità militare soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei droni e della flotta, elementi imprescindibili nella sfida che si svolge contro la Russia in queste due aree del Mediterraneo allargato. Questi elementi aiutano a capire perché gli Stati Uniti, al netto di prese di posizioni importanti contro la Turchia, di fatto non hanno mai reso impossibile il dialogo con il governo di Ankara, evitando di tagliare definitivamente i ponti. Recep Tayyip Erdogan rimane, per Washington, un interlocutore necessario.

Il problema riguarda però anche l’Italia. E molto da vicino. Il 20 aprile, infatti, è avvenuto un incontro (passato molto in sordina) e che è stato reso noto con uno striminzito comunicato da parte del ministero della Difesa turco. In questo vertice erano presenti il ministro della Difesa Hulusi Akar, il comandante delle forze congiunte di Napoli, ammiraglio Robert Burke, l’ambasciatore Usa ad Ankara David M. Satterfield e l’ammiraglio Adnan Özbal, comandante delle forze navali turche. Ufficialmente non si conosce di cosa si sia discusso tra le parti, ma alcune fonti hanno riferito che tra i temi oggetto dell’incontro vi è stata sicuramente la Libia. E le notizie per l’Italia non sembrerebbero positive visto che le fonti molto vicine al dossier hanno riferito che ad Ankara si sussurra che il governo avrebbe strappato da Washington l’appoggio alle operazioni in Tripolitania. Lo scopo del sostegno ai turchi sarebbe quello di renderli pienamente protagonisti del contenimento anti russo. Una missione che gli Stati Uniti vorrebbero assegnare alle forze Nato, ma con la Turchia in un ruolo di primo piano.

Impossibile avere conferme ufficiali di quanto trapelato da questo incontro. Da parte turca c’è chiaramente voglia di mostrare questa presunta sinergia con gli Usa per far capire di essersi di nuovo allineati a Washington, così come da alcuni segmenti del mondo arabo. Non a caso l’unico media a parlare dell’incontro in questi termini è il quotidiano panarabo Asharq al-Awsat. Va però detto che lo stesso Akar ha ricevuto nemmeno due giorni dopo dal vertice il generale Mohamed Elhadad, capo di stato maggiore libico, insieme al generale turco Yaşar Güler. Una coincidenza che forse indica che la questione libica è diventata ormai prioritaria sull’asse Ankara-Washington visto che tra i termini degli accordi con i libici vi è anche il ritiro entro poche settimane dei mercenari dal territorio della Tripolitania.

Per l’Italia e per la Grecia è chiaro che questo eventuale semaforo verde americano alle mosse turche in caso di allineamento dei piani turchi con i desiderata Usa (che potrebbe essere un’eventuale carta da scambiare sul fronte del Mar Nero) rappresenterebbe un problema strategico di non poca rilevanza. Per i greci, in caso di conferma, sarebbe un colpo durissimo ai piani nel Mediterraneo centrale e nella sfida contro la strategia anatolica. Kyriakos Mitsotakis ha spesso ribadito la necessità per Atene di intavolare rapporti solidi con tutta la Libia chiedendo l’annullamento dell’accordo sulle Zee siglato da Ankara e Tripoli. E l’incontro con Mario Draghi a Tripoli sembrava aver suggellato la volontà ellenica di coinvolgere direttamente anche l’Italia, altro paese chiaramente inciso dalla presenza turca in Tripolitania.

Italia e Grecia, dopo le parole con cui Draghi si è rivolto a Erdogan, sembrano avere interesse a migliorare sensibilmente le proprie relazioni sul fronte libico. C’è poi in ballo, secondo alcuni media, l’affare sulle navi richieste da Atene per modernizzare la flotta e in cui si è inserita anche l’Italia con Fincantieri. Operazione che potrebbe mettere un freno anche alle ambizioni francesi nel mercato bellico ellenico, ma che servirebbe anche come segnale per quanto riguarda i rapporti internazionali della Grecia (oltre che servire all’Italia). Un mosaico complesso che si divide tra i rapporti dell’Italia con due paesi partner ma tra loro totalmente avversari: Grecia e Turchia.

In ogni caso, è chiaro che tutto dipenderà sia dagli Stati Uniti che dalla Turchia. Se dai due paesi arriveranno segnali convincenti su un eventuale disgelo tattico per la gestione dell’area, per Roma e Atene sarebbe uno smacco importante. Ma l’amministrazione americana appare in questo momento combattuta tra alcune forti pressioni anti-turche (genocidio armeno e F-35 confermano) e velate ma importanti spinte per una riconciliazione. L’Italia, in tutto ciò, deve capire su quale carta puntare. Grecia, Turchia e Stati Uniti sono alla porta.

Tags: ErdogangeopoliticaGreciaJoe BidenLibiaMediterraneoTurchiaUSA
Articolo precedente

Le Afriche, l’Europa e l’Italia. Il forum dell’Arsenale delle idee

Prossimo articolo

Sudditi di serie A, sudditi di serie B. I garantiti e i non garantiti

Lorenzo Vita

Correlati Articoli

Geofilosofia/ Noi siamo i Mediterranei delle culture
Il punto

Geofilosofia/ Noi siamo i Mediterranei delle culture

di Pierfranco Bruni
21 Gennaio 2023
0

Occorrono vissuti profondi per raccontare i Mediterranei. Dalla Mesopotamia ad oggi. Dalla Grecia alla’Armenia. Dalla Turchia a Tunisi. Istanbul è...

Leggi tutto
Lo stretto del Bosforo bloccato da una nave proveniente dall’Ucraina. Traffico marittimo in tilt

Lo stretto del Bosforo bloccato da una nave proveniente dall’Ucraina. Traffico marittimo in tilt

16 Gennaio 2023
Eco-follie/ Dove metto il caro estinto? Nell’umido…

Eco-follie/ Dove metto il caro estinto? Nell’umido…

15 Gennaio 2023
Guerra di Siria/ Damasco tratta con Ankara per riprendere pezzi di sovranità. A spese dei curdi

Guerra di Siria/ Damasco tratta con Ankara per riprendere pezzi di sovranità. A spese dei curdi

23 Dicembre 2022
Carica altro
Prossimo articolo
Sudditi di serie A, sudditi di serie B. I garantiti e i non garantiti

Sudditi di serie A, sudditi di serie B. I garantiti e i non garantiti

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Sgarbi e ricatti islamici/ Perchè è giusto pretendere il rispetto della nostra identità

Sgarbi e ricatti islamici/ Perchè è giusto pretendere il rispetto della nostra identità

27 Gennaio 2023
Marcello Veneziani/ Perchè non celebro (e non incenso) Gianni Agnelli

Marcello Veneziani/ Perchè non celebro (e non incenso) Gianni Agnelli

27 Gennaio 2023
Dalla Germania non solo Leopard. E sul Reichstag sventola bandiera bianca

Dalla Germania non solo Leopard. E sul Reichstag sventola bandiera bianca

27 Gennaio 2023
Un’unica data per ricordare tutti gli orrori

Un’unica data per ricordare tutti gli orrori

27 Gennaio 2023

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In