Scorci di un’Italia che si avvia verso un intendere una “Res Publica” nell’ambito delle rispettive competenze. Eugenio Scalfari ha un caratteraccio. Sin qui, nulla di nuovo sotto l’ombra di una delle bandiere diversamente liberali, dove un articolo, scritto per mezzo di un altro tipo di Repubblica, il quotidiano, pare riprodurre l’insofferenza circostanziale nei confronti di Gianroberto Casaleggio assumendo i connotati di un blando battibecco inconfessato. Scherni e attente considerazioni rivolte ad un ex ( ex ? ) compagno di ventura ? Probabilmente intrugli, evidenti, di una linguaggio criptico dell’antica sinistra e l’avvio di un’odierna “troika”, composta da Casaleggio-Bersani-Renzi ed in ultima istanza, Scalfari. Dal canto suo, Gianroberto, è abile nelle sue elucubrazioni cibernetiche e correntizie, inaugurando questa volta il VI Congresso dell’Internazionale, del quale, oggi, maturando posizioni perfettamente in linea con il successo degli accadimenti in scala sopranazionale, scarica l’incombenza dell’intelletto trotzkista, nelle mani della “sovrastruttura” culturale. Un’appendice diretta condotta scientemente dal fondatore di Repubblica.
Giochi e schermaglie che paiono a due, dalle fattezze dell’ultima sfida tra perfetti terminali di tutte le connivenze e teorie della rivoluzione permanente. Poco importa se ad essere sollecitati sia l’ambito culturale, mentori ed esteti. L’importante è la raggiungibilità di un orifizio trascendentale, di un video gioco: secondo un amico di Scalfari, il “Kasparov” dello scacchiere politico italiano è un adoratore dei pasti telecomunicativi. Alle domande “insulse” di un commensale, Casaleggio pare abbia preferito all’attento uditore, dalle notizie facili in direzione di uno dei mentori della carta stampata italiana, la perspicacia collettivista di un telefonino dotato di videogiochi “inferiori alla media di età”. Meglio apparentemente non dar adito a troppi salamelecchi e convincere i più sulla fondata divergenza di ceto tra classisti.
Schermaglie tra web adoratori dell’intendere la politica, un dominio internet dagli ampi servizi di connettività. L’avvilente presunzione analitica dei fatti e di una semplice radiografia interna agli educandi di Lev: sino a completare senza sosta la digitalizzazionedi una buona parte del romanzo “Le Undicimila Verghe”di Apollinaire Guillaume (ripresentato ultimante con una prefazione di Luis Aragon ), su di una tastiera poco propensa a farsi domare dalle proprie dita, vette inesplorate di un organo prensile non ancora sotto suggestione piramidale; all’improvviso un inno alla facoltà tattile non del tutto dimenticata, proveniente dal sito on line www.francescolanza.net, dove compaiono un video di Grillo e la trascrizione di quando da lui espresso dalle inesorabili curiosità.
L’insegnamento del “ Nuovo Ordine Mondiale Gaia”, patrocinato da Casaleggio con tanto di video su you tube, in fin dei conti, accenna solo ad una parziale veduta di una mente votata all’universalismo, spesso e volentieri informatico. Di ben diversa fattura invece, il video/pensiero del comico genovese. Il quale, solo dopo un’attenta rilettura delle parole in cui compare apertamente la “forma mentis illuminante” del più esperto nelle opere comunicative del M5S, Gianroberto, passato alle cronache per le lungaggini ritrovate, esoteriche, dove persino un esperto informatico d’innanzi all’ultima sparata, cede senza batter ciglio di fronte a tale erudizione. Pare, e, come in questo caso il beneficio del dubbio, capitola disonorevolmente, cercando di comprendere le qualità di un algoritmo, l’svg4 di out e crowd sourcing (software?), dove la premiata ditta alle ultime politiche Grillo& Casaleggio, sarebbero in grado, come da trascrizione di “intersecare tutti i dati mondiali delle banche e delle dichiarazioni fiscali”.
Un ingegnoso marchingegno dove l’impossibile diventa incredibilmente realizzabile: la pratica del voyeurismoriguardante l’esame dettagliato dei 740che, grazie a formule matematiche, riesce a calcolare uno stipendio standard dal quale poi decurtare quanto restituire agli italiani. Senza troppe meditazioni di carattere ascetico geocentriche, la lite tra Scalfari e Casaleggio assume sempre più i connotati di una cortina fumogena che sottrae alla vista un unico convoglio in campo aperto. Dove le aspirazioni critiche all’atteggiamento“dell’internazionale”, contrariamente a quanto si possa pensare sul Movimento di Grillo e sulle impercorribili alleanze del variegato sistema che caratterizza da anni le turbolenze economico sociali, utilizzando e giudicando sotto una diversa forma estetica anche ambientalista e populista, conquista il terreno fertile lasciato privo di custodia. Benvenuti al casinò-o d’Italia: le sue genti si sollazzano in una pericolosa “roulette rossa”. Rien ne va plus, monsieur Trotskyij.