Monti si vanta di aver ridato credibilità all’Italia. Il suo merito principale? Aver fatto diminuire lo spread. Ma se lo spread è ai minimi storici è perché paghiamo un tasso d’interesse molto più elevato di quello che il mercato finanziario può raccogliere da qualsiasi altra parte. Non certo perché l’operato di Monti sia servito, in termini di economia reale, a stabilizzare alcunché. Anzi, il paese ha subito pesanti danni. Aumento spropositato di tasse, disoccupazione, debito pubblico in aumento, debito privato alle stelle, bilancia dei pagamenti in rosso. Una domanda sorge spontanea, dunque: se siamo al tappeto, perché i mercati finanziari sono ben disposti a prestarci i loro soldi? Loretta Napoleoni, scrittrice ed economista, sostiene che i prestiti ci vengono elargiti “per il semplice fatto che (i mercati, ndr) sono sicuri che si farà di tutto per evitare il default”, così che il trucco di stabilizzare la moneta, si scopre essere un modo per tutelare gli investitori finanziari a scapito dell’economia reale, che , difatti sta colando a picco. La ricetta sostenuta da Monti, esaltata dalla sinistra, mai messa in discussione dai vari Giannino, Ingroia e Grillo, che prevede “più Europa” è quanto mai una farsa per proteggere gli speculatori e gli sciacalli della finanza che si sono avventati contro il nostro Bel Paese. Viste le difficoltà economiche, gli avvoltoi si sono fiondati per predare ricchezze, tesori e gioielli industriali nazionali. Monti, il cameriere della finanza internazionale, ha servito il pranzo e la sinistra tace complice di questo gioco che ci condurrà dritto al baratro ellenico.
Se davvero l’Europa avesse voluto aiutare i paesi in difficoltà, avrebbe agito come il Giappone che sta svalutando il suo yen per esportare di più e provare ad uscire da questa depressione. Ma è chiaro che, con quest’unione germano centrica, l’Italia non può sperare in nulla. Notizia freschissima: Parigi non riuscirà a rispettare i patti sul bilancio per il 2013. Cioè il deficit sforerà dai limiti imposti. Risposta dell’Ue? Ma sì, in fondo siamo stati troppo duri… possiamo chiudere un occhio. Per noi, invece, quando nel 2011 era impossibile rispettare gli impegni presi, il rigore era una formula inderogabile. Guai non rispettare quegli impegni. Tanto che ci è stato imposto addirittura un tecnico per evitare complicazioni.
Oggi è chiaro che le ricette della BCE, e del “partito dell’euro” sono state disastrose e inefficaci. Intanto perché temere l’inflazione, che svaluta la moneta e impensierisce i detentori di grandi ricchezze, è quanto di più stupido si possa fare in periodi di crisi. Si guardi la Svizzera, gli Usa, ma anche il Giappone e il Regno Unito. Non hanno avuto paura dell’inflazione, ma hanno continuato a stampar moneta. La stabilizzazione finanziaria è un sogno. Figuriamoci se Draghi permetta un po’ di inflazione! Siamo in deflazione totale, perché non circola denaro e, per colpa dell’euro, l’economia è in tilt. Molti economisti si esprimono così sul sistema euro: non funziona, perché è stato creato senza tener conto dei principi della teoria economica e della teoria monetaria. A parte l’Eurozona, nel resto del mondo non esistono monete senza Stato o Stati senza moneta. Non si parla di uscire dall’euro, ma si parla di dire verità che ci sono negate. Così come “l’inflazione è un problema”, anche la questione del deficit è un tabù da smantellare. Quando il debito pubblico era in mani italiane, ebbene, questi grandi problemi non venivano neanche posti. Ma ormai il fatto che il debito estero e il debito pubblico coincidano, è segno che, se andiamo avanti così, la nostra Italia diventerà banchetto di scambio per potenze estere. Perdendo definitivamente sovranità e dignità.
No, così la situazione non è più tollerabile: è tempo di riportare al centro del dibattito economico il peccato originale di quest’Unione monetaria. È il momento di rimettere in discussione i dogmi che ci sono stati imposti da Germania e Francia, solo per garantire loro il dominio sull’Europa. È l’ora di costruire finalmente l’Europa dei popoli e non l’Europa delle banche tedesche o francesi. Perché i problemi nazionali hanno origini comunitarie e non viceversa.