Qualche settimana fa, verso la fine delle primarie del PD, la candidata (poi vincitrice) Elly Schlein ha ricevuto dichiarazioni di sostegno da parte di Paola Turci, Lino Guanciale e Gabriele Muccino. Negli anni ’80, Bettino Craxi ospitava, ai congressi del PSI, personaggi del livello di Giorgio Strehler, Vittorio Gassman e Gigi Proietti.
Proprio il triestino Strehler è stato il maggior protagonista culturale della “Milano da bere” degli anni ’80. Una quarantina d’anni dopo, il personaggio dello spettacolo più in vista della Milano di Beppe Sala, il rapper Fedez, si è vantato di non sapere chi fosse Strehler. Al di là della gravità della lacuna (resa tanto più grottesca, nota Filippo Facci, dal fatto che il nome di Strehler è diventato un toponimo negli stessi quartieri milanesi bazzicati dal marito della Ferragni), è osceno il compiacimento (poi per carità, gente con la stessa mentalità di Fedez si diverte a dare dell’ignorante a chiunque sia di destra).
Pochissimi giorni fa Achille Lauro, non l’armatore napoletano ma il cantante veneto-pugliese che, assieme a Fedez, è uno dei beniamini dei nuovi italiani iperconformisti e superconformati, col muso incollato a Instagram e Tik Tok e mai un libro aperto, ha parlato alle Nazioni Unite: per rendersi presentabile si è vestito come Massimo Recalcati, ma essendo fondamentalmente sciatto ha tenuto una mano in tasca: peggio della forma era la sostanza, una perorazione ai giovani perché non rinuncino ai loro sogni – le stesse banalità in stile “L’attimo fuggente” con cui Steve Jobs e Vittorino Andreoli hanno fatto un carrierone. Nel 1989, dallo stesso scranno, Bettino Craxi, con ben altra posa e loquela, scandì un’analisi delle condizioni in cui versava il Terzo Mondo (discorso filmato da Pasquale Squitieri: “Una giornata a New York”).
Come ho scritto in un altro articolo: odio profondamente il mio anno di nascita (il 1987). Non ho visto (perdonatemi, ero un bimbo) Craxi alle Nazioni Unite, ma mi è stato propinato Achille Lauro. Non ho assistito ai congressi del PSI con ospiti Strehler, Gassman e Proietti, ma ho potuto seguire le primarie del PD con la Schlein appoggiata da Muccino, Guanciale e Turci. Mi sono perso la Milano di Strehler, ma vivo qualche chilometro a nord di quella di Fedez.
Parafrasando T.S. Eliot (“Il sermone del fuoco”): sulle rive del Lambro mi sono seduto e ho pianto.
Achille Lauro alle Nazioni Unite. Pensa che inutile consesso di imbecilli. Ho sempre più voglia di picchiare Fedez.