Spunta la politica nella squadra di tecnici, viceministri e sottosegretari, che va a completare la compagine di governo guidata da Mario Monti. Un fatto che ha destato polemiche e che ieri ha visto contrapporsi il netto giudizio negativo da parte del presidente dei Senatori del Pdl Maurizio Gasparri e la cauta reazione del neo sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Giampaolo D’Andrea.
“L’ostinazione con cui lui stesso o chi per lui ha voluto l’inserimento nel Governo dell’onorevole D’Andrea non giova alla reputazione dell’esecutivo. Avevamo chiesto che non ci fossero esponenti di diretta emanazione politica e D’Andrea lo è”. Così si è espresso Gasparri, che ha poi chiarito: “Ci attendiamo da lui e dal Governo un gesto di coerenza, proprio per semplificare i rapporti con il Parlamento. Non c’è nessuna valutazione negativa su una persona che conosco e rispetto, ma sono meravigliato perché si è violato un principio a cui tutti ci eravamo pubblicamente richiamati. Meglio cancellare subito questo equivoco”.
Una presa di posizione a cui ha fatto seguito l’autodifesa del neo sottosegretario che ha affidato la sua replica ad un’intervista rilasciata a ‘La Stampa’: “Non faccio finta di essere un tecnico puro, ho un passato politico, sono stato senatore e sottosegretario del governo Prodi – ha ammesso d’Andrea – ma ho sempre saputo svolgere le mie funzioni con distacco e responsabilità istituzionale e a maggior ragione lo farò in un contesto politico particolare come questo, all’interno di un governo tecnico sostenuto dalla stragrande maggioranza del Parlamento”.
Quindi, una professione di neutralità: “A Gasparri e a chi contesta la mia nomina, assicuro la massima lealtà. Mi farò carico – ha concluso D’Andrea – delle istanze di tutti e non di una parte politica”.
Il fatto è che il suo non è un caso isolato. L’assenza di trascorsi politici, condizione condivisa dalle forze parlamentari per il sostegno all’intero esecutivo Monti, non è un fiore all’occhiello neanche del neo sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria.
Il ‘maestro di strada’, fortemente impegnato nel volontariato con progetti orientati all’educazione e al recupero della scolarità, si candidò a sindaco di Napoli alle elezioni amministrative del maggio 2006 con una lista civica di centrosinistra, il movimento ‘Decidiamo insieme’, ottenendo 18mila preferenze. E, sempre nel capoluogo campano, nella tornata amministrativa del 2011, che ha visto l’exploit di Luigi De Magistris, l’area vicina a Rossi Doria, insieme a numerosi professionisti e rappresentanti di categoria, si è mobilitata a fianco del candidato Pd nella lista “Per Morcone sindaco”. Tecnicismo politico?
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