Risucchiato nel nulla. Introvabile. È come se il centrodestra fosse stato improvvisamente inghiottito dal triangolo delle Bermuda spostatosi nel Mediterraneo. Eppure motivi e occasioni per manifestazioni di esistenza in vita non mancano. Leoluca Orlando a Palermo e Rosario Crocetta a Palazzo d’Orleans offrono una lunga serie di argomenti che per una opposizione vera rappresentano assist a porta vuota. Invece nulla, nada, zero carbonella. Per lo strano fenomeno di cui sopra, la sinistra in Sicilia occupa tutti i ruoli, sia di maggioranza che di opposizione. Fa, disfà, e rifà in splendida solitudine.
Viene spontaneo chiedersi, ad esempio, dove vanno e cosa fanno, oltre ad essere ricevuti e ringraziati da Orlando per la loro “responsabilità” i consiglieri comunali del Pdl di Palermo. Se l’attacco più duro alla nuova Tares viene dall’esponente del Partito democratico Rosario Filoramo, qualche dubbio sulla efficacia e l’efficienza politica del centrodestra in città ci assale. Ricordavamo i consiglieri “azzurri” molto attenti e critici persino durante l’amministrazione “amica” di Diego Cammarata. E adesso? Forse è il “senso di responsabilità” tipico delle colombe pidielline a suggerire di appoggiare con diligenza tutti i governi di sinistra da Palermo a Roma. Si, deve essere questo. E probabilmente non è stato nemmeno percepito bene il monito di Silvio Berlusconi a Letta del video messaggio di ieri sera. “Saremo rigorosi nell’impedire manovre fiscali vessatorie”, i venti di guerra che spirano su Palazzo Chigi e che hanno procurato i brividi a Castiglione ed altri amici pidiellini a Palermo non arrivano, no no.
Magari, si dirà, sul tema fiscale il centrodestra ha fatto pippa, come direbbero a Roma, ma sui temi politici ed etici, sui cosiddetti valori non negoziabili….Peggio che andar di notte. Delibera sul registro delle coppie di fatto? Approvata in un fiat senza dire biz. Non parliamo di osservazioni critiche sul “Pride 2013” per carità, il rischio di essere incriminati per omofobia deve avere paralizzato i consiglieri di centrodestra. Nemmeno la discussa proiezione di immagini gay sulla facciata della cattedrale di Palermo ha fatto sussultare i nostri eroi. Segni di vita sul pianeta, inesistenti.
Se a Palermo il Pdl e il centrodestra sembra politicamente evaporato in Regione si stenta a capire se sia mai esistito. Eletto Crocetta il centrosinistra ha iniziato l’attività che meglio gli riesce, litigare con se stesso. E così l’oppositore numero uno del prode Saro, è il segretario regionale del suo stesso partito, Giuseppe Lupo. Qui si parla di cose serie, di milioni di euro, di interessi pesanti dai contorni non sempre intellegibili. Lo scontro per il potere ha portato il Pd ufficiale a chiedere il rimpasto in giunta a Crocetta. E a denunciare il grumo di cointeressenze che uniscono Confindustria Sicilia con Antonello Montante, il senatore del Megafono Peppe Lumia e il governatore siciliano ci ha pensato un esponente storico della sinistra come Franco Piro, mica un parlamentare del Pdl o di altri movimenti del centrodestra. Piro ha sottolineato persino la singolarità dell’allarme lanciato nei giorni scorsi dal procuratore della Repubblica di Caltanissetta Sergio Lari. “Non so quali argomenti abbia tra le mani il procuratore Lari per rilasciare tali dichiarazioni. Ma sono certo che, da persona molto preparata e accorta, avrà i suoi buoni motivi per affermare quello che ha affermato. Tuttavia – aveva detto Piro – osservo un particolare che è sotto gli occhi di tutti: Lari è il procuratore della Repubblica di Caltanissetta; il presidente della Regione, Rosario Crocetta, è di Caltanissetta; il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, è di Caltanissetta; Alonso Cicero, il discusso ‘manager’ dell’Irsap, è di Caltanisetta; l’onorevole Nino Malafarina ha operato, non solo da deputato regionale, a Caltanissetta; l’assessore regionale Linda Vancheri è di Caltanissetta; anche l’assessore Nicolò Marino è legato, per certi versi, a Caltanissetta”. Considerazioni che alla classe dirigente del centrodestra devono essere sembrate banali, tanto da non suscitare nemmeno un minuscolo interrogativo, non interrogazione, in commissione Antimafia.
Dove sarà finito il centrodestra siciliano? Con un Pdl diviso in categorie ornitologiche tra falchi e colombe sembra che nessuno si sia accorto che esiste pur sempre un blocco sociale maggioritario senza rappresentanza che vorrebbe ricevere segnali politici forti ma che ha assistito alla vaporizzazione di un’area politica. Per personaggi abituati alla gestione più che alla politica “tout court”, l’area parlamentare vista dai banchi dell’opposizione si è trasformata in un blob che li ha inghiottiti. Chissà che il trauma della probabile fuoriuscita dal parlamento di Silvio Berlusconi, la nascita di Forza Italia e la ricostruzione di un nuovo centrodestra articolato in più soggetti non riesca a dare forma ad una opposizione credibile pronta a giocarsi la partita per governare. Lo sperano le migliaia di elettori siciliani insofferenti tanto alla sinistra che al consociativismo, se lo augurano, forse, anche i governanti di sinistra come Orlando e Crocetta, stanchi di dover litigare soltanto con i rispettivi partiti di appartenenza e alleati.