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Il virus (per fortuna) passerà, l’emergenza permanente no. Il paternalismo come metodo di governo

di Domenico Bonvegna
7 Ottobre 2021
in Home, Società&Tendenze
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Il virus (per fortuna) passerà, l’emergenza permanente no. Il paternalismo come metodo di governo
       

Scrivono che la pandemia ha cambiato non solo il nostro modo di vivere, ma ha modificato certamente anche il modo di intendere la democrazia, almeno per quanto riguarda il nostro Paese. Pare che negli anni a venire dobbiamo convivere non con il virus, ma con i virus. Non solo ma come in tanti stanno scrivendo, “Dovremo imparare a convivere con un nuovo modo di intendere la società: non solo la politica, ma ogni aspetto della nostra vita. I poteri decisionali che abbiamo affidato a Parlamenti ed altri organi democraticamente eletti verranno sempre più relegati nell’ambito di una rappresentanza formale, incapace di incidere sul flusso degli eventi. Le autorità sanitarie acquisiranno sempre più importanza, arrivando a scavalcare le altre istituzioni”. (Lorenzo Gioli, “Emergenza permanente e approccio “rischio zero”: a mutare è la democrazia”, 22.7.21, atlanticoquotidiano.it)

Esagera l’economista liberale Antonio Martino, quando afferma che “L’impiego di argomentazioni scientifiche volte a distogliere la percezione del rischio, terrorizzare l’opinione pubblica e indurre le autorità politiche all’adozione di misure restrittive delle libertà individuali (…) rappresenta nient’altro, nella quasi totalità dei casi, che uno strumento di lotta che gli statalisti di ultima generazione conducono ai danni delle nostre libertà.”.

Attenzione non è un complotto concepito da poteri occulti, come qualche no-vax vorrebbe far credere. È la conseguenza pratica delle decisioni assunte da alcuni governi europei in questi due anni di ordinaria follia. Da come stanno gestendo la pandemia sembra di vivere in “una democrazia ormai solo formale. Tutto viene imposto per il nostro bene e tutto viene allentato o ammorbidito come per una concessione del potere che si è mosso a pietà dei sudditi”. (Max Del Papa, La democratura italiana: controllo, menzogne, censura, paternalismo aggressivo, 29.9.21, atlanticoquotidiano.it).

Prendiamo la Rai che ormai è un servizio di potere senza nessun scrupolo per i cittadini costretti a pagare il canone, ma almeno la smettessero con la storia del servizio pubblico. “L’informazione di regime in tempi di pandemia è stata, e continua ad essere, scandalosa, terroristica ed ha una parte fondamentale nell’insorgere di resistenze, scetticismi ed escandescenze varie”. Nei vari dibattiti si invitano cinque ospiti, quattro fanatici del Green Pass, uno contrario ma non lo lasciano parlare, lo insultano, lo irridono e il conduttore pure apertamente contro. Questo anche nei programmi di Mediaset, tranne Mario Giordano, che è “fuori dal coro” e non si piega al mainstream del politicamente corretto.

Poi quando a Roma e in altre città partecipano tutte insieme centinaia di migliaia di persone, i telegiornali di Stato neppure se ne accorgono, se non per mostrare qualche sequenza di tafferugli, naturalmente attribuiti ai facinorosi. “Sempre per mezzo dell’informazione zdanoviana si è diffusa la carognata di definire no-vax chiunque dissenta in merito alla conduzione sciagurata dell’emergenza; laddove no-vax sta per squilibrato, terrorista, cannibale”.

Sembra che ogni giorno l’asticella del servilismo si alza. I numeri sconfessano qualsiasi stato emergenziale, da tempo negli altri Paesi si fa una vita normale. Da noi, quando il governo decide per la riapertura più o meno completa dei cinema e dei teatri, per i notiziari governativi, non solo della tivù pubblica, si tratta di una magnanima concessione, della quale saremmo tenuti a rendere grazie e a regolarci per il futuro.

È veramente paradossale che debba essere io a difendere la democrazia. Io che da sempre ho criticato il sistema politico, nato dalla Rivoluzione francese e che non disprezzo certe forme monarchiche, in particolare, quelle tradizionali, ben descritte dal pensatore spagnolo Francisco Elias De Tejada. Insomma, dove sta questa democrazia? Nei governi non eletti dal popolo, nei presidenti della Repubblica eletti da congiure di palazzo? Nel recente Parlamento esautorato che non prende nessuna decisione, che non viene convocato per discutere.

Viviamo in una democrazia “formale, negativa, paternalistica che ricorda sempre più un regime autoritario. Tutto viene imposto per il nostro bene e tutto viene allentato o ammorbidito come per una concessione del potere che si è mosso a pietà dei sudditi. Una democrazia ottriata, che ormai non fa specie più a nessuno o quasi, che ci è entrata nel sangue. Una democrazia che ha sostituito la propaganda all’informazione e l’invenzione a qualsiasi obiettività. Non da oggi, d’accordo, ma oggi come non mai. E c’è chi non è soddisfatto, chi vorrebbe ancora più controllo, più menzogne, più censura, più paternalismo. Ma di una specie forcaiola, aggressiva”. E guai se c’è qualcuno che prova a dettare soluzioni alternative, come le cure domiciliari, da affiancare alla crociata del vaccino e del lasciapassare.

Ancora guai se si ricorda che l’Italia non aveva un piano pandemico, che non si è deciso per tempo per contenere l’afflusso di potenziali infetti dalla Cina, che non si è mai incoraggiato anzi si è apertamente boicottato le terapie domiciliari e i vari protocolli curativi suggeriti da esperti considerati non ortodossi. Tutto questo è costato 130 mila morti in larga parte evitabili, ma a dirlo si passa subito per disfattisti, per sovversivi ed è pronto il plotone d’esecuzione mediatico.

Ma tanto perché ci allarmiamo, l’Italia in questa estate ha vinto tutto, campionati europei di calcio, Eurofestival, campionati di pallavolo, e pioggia di medaglie alle Olimpiadi. Tutta questo significa che quelli giusti siamo noi, non il resto del mondo. “Siamo noi, i più forti siamo noi”, come urlano i tifosi allo stadio.

Tags: coronavirusdemocrazia
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