Il Mediterraneo somiglia sempre di più ad un cimitero liquido, ma i governi europei sembrano incapaci di affrontare l’emergenza immigrazione. Si contano i morti al largo della Libia, l’Italia di Renzi balbetta, a metà tra l’approccio buonista dell’accoglienza a tutti i costi e la lotta al traffico di esseri umani. Il peso di un fenomeno epocale ricade quasi interamente sulle nostre regioni, Sicilia in primis, e l’Unione europea, come in mille altri casi, non riesce a parlare un unico linguaggio.
Un consiglio non richiesto, ma molto utile, è arrivato però dal premier australiano, Tony Abbott, che ha invitato l’Ue a seguire il modello inaugurato dal suo governo per fermare l’arrivo dei barconi di migranti. “Abbiamo centinaia, forse migliaia di persone che annegano nel tentativo di arrivare dall’Africa all’Europa”, ha osservato il conservatore Abbott, “l’unico modo di fermare le morti è quello di fermare i barconi”. L’Australia non ammette per principio sul suo territorio alcun migrante che arrivi via mare su barconi. E’ la politica “stop the boats”, che con l’ausilio della Marina militare in 18 mesi ha praticamente azzerato gli sbarchi che prima erano quotidiani. Chiunque si avvicini alle coste o sia sorpreso a sbarcare viene rispedito inderogabilmente nel Paese di origine oppure è deportato in campi attrezzati nella vicina Papua Nuova Guinea, separata dall’Australia dallo stretto di Torres, 153 chilometri d’ampiezza (il canale di Sicilia è largo circa 155 chilometri) o a Nauru o in Cambogia, tutti Paesi poveri della regione con cui l’Australia ha stretto accordi bilaterali.
Per le organizzazioni per i diritti umani, però in questo modo Canberra viene meno ai suoi obblighi internazionali in quanto vengono deportati anche quanti avrebbero titolo per ottenere l’asilo politico. “Dobbiamo risolvere questo terribile problema e l’unico modo per fermare le morti è quello di fermare i traffici di esseri umani”, ha dichiarato Abbott, “per questo è così urgente che i Paesi europei adottino politiche molto forti che metteranno fine ai traffici di esseri umani nel Mediterraneo”.