L’Arabia Saudita ha invitato nel fine settimana scorso i propri concittadini a lasciare il Libano “il prima possibile”. Kuwait, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar e persino l’Oman hanno seguito il suo esempio nei giorni successivi. A fare da sfondo a questi avvertimenti sono stati i feroci combattimenti nel campo di Aïn el-Héloué, che hanno fatto temere una conflagrazione generale nei campi in seno al mondo palestinese.
I libanesi temono l’effetto a catena di questi avvertimenti – che riguardano un numero limitato di turisti, a causa del fatto che le precedenti restrizioni ai viaggi in Libano non sono ancora state revocate – perché potrebbero compromettere una stagione particolarmente fiorente quest’anno. Nel corso di una riunione d’emergenza tenutasi ieri, presieduta dal ministro libanese degli Interni Bassam Maoulawi, i membri del Consiglio centrale di sicurezza hanno dichiarato di non avere dati che giustifichino l’avvertimento lanciato dai Paesi del Golfo. Lo stesso giorno l’ambasciatore saudita in Libano, Walid Boukhari, ha confermato ciò che tutti supponevano, ovvero che gli avvertimenti erano giustificati alla luce di quanto appena accaduto nel campo palestinese di Aïn el-Héloué, vicino a Saïda.
La settimana scorsa, infatti, violenti scontri fra fazioni palestinesi rivali avevano scosso Aïn el-Héloué per cinque giorni dopo l’assassinio di Abu Ahmad al-Armouchi, capo militare e alto ufficiale di Fatah, assieme a quattro sue guardie del corpo. I cinque uomini sono stati uccisi a sangue freddo in una imboscata tesa dal gruppo salafita Osbat el-Ansar, vicino all’organizzazione dello Stato Islamico (SI, ex Isis). Gli scontri che ne sono seguiti hanno provocato dodici morti e più di 60 feriti e hanno allontanato dalle loro abitazioni una parte consistente della popolazione di questo campo sovraffollato, come testimoniano i numeri: 120mila persone in un’area di circa 3 chilometri quadrati.
Questi gravi scontri sono stati contenuti grazie agli appelli urgenti dell’Autorità palestinese e di Hamas. Un intervento che si è rivelato fondamentale nel contenimento nelle violenze e nell’evitare un bagno di sangue, assieme alla fermezza e alla prontezza delle truppe libanesi, che hanno blindato l’ingresso del centro e messo in sicurezza l’autostrada meridionale.
Fonte Asia News