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In Lucania il centrodestra salviniano vince ma la sinistra non è morta

di Augusto Grandi
26 Marzo 2019
in Home, Pòlis
1
In Lucania il centrodestra salviniano vince ma la sinistra non è morta
       

Ovviamente hanno vinto tutti, in Lucania. È sufficiente fare i raffronti con le elezioni più convenienti e tutti possono dichiararsi vincitori. Beh, quasi tutti. Forza Botulino no.

Perché è vero che il nome di Vito Bardi, neopresidente regionale (nella foto), era stato indicato da Silvio Berlusconi sulla base degli accordi stipulati con Salvini e con la Meloni, ma il successo è stato ottenuto grazie all’exploit della Lega, assente alle precedenti regionali e con un non entusiasmante 6% alle politiche dello scorso anno.

Ora la Lega ha triplicato il risultato ed è cresciuto pure Fdi mentre Forza Botulino ha perso ancora terreno. Eppure l’ineffabile Bernini ha subito ripreso a strillare contro il governo giallo verde imponendo a Salvini di scaricare il Movimento 5 Stelle per allearsi con il centrodestra. Non si è accorta, Bernini, che da quando la Lega ha scaricato Forza Botulino ha visto crescere i propri consensi mentre sono calati i voti per il partito di Berlusconi, Tajani, Gelmini, Brunetta e Miccichè. Forse un motivo ci sarà.

Quanto alla componente pentastellata del governo, in Lucania vede i voti dimezzarsi rispetto alle politiche dello scorso anno ma aumentare di 7 punti rispetto alle precedenti regionali.

Più complessa l’analisi del voto per la coalizione di centro sinistra che governava la Lucania ininterrottamente da 24 anni. Rispetto alle regionali il consenso si è dimezzato. Ed il Pd, per non essere umiliato, non ha neppure presentato il proprio simbolo ufficiale, nascondendosi in mezzo a tre liste finte civiche riconducibili all’area del Pd.

Facile l’ironia degli avversari. Ma è un errore, un grande errore. Perché se il centro sinistra riesce a superare il 30% dopo gli scandali che hanno coinvolto il presidente uscente (e riapparso con una civica nella coalizione di centro sinistra), dopo anni ed anni di malgoverno, dopo aver provocato lo spopolamento della Lucania, significa che aver cacciato il bugiardissimo Renzi ha permesso di tornare a crescere. Non ha torto Zingaretti quando pensa ad un nuovo bipolarismo centro destra centro sinistra, con i pentastellati in caduta libera. Mentre ha torto il Movimento 5 Stelle quando pensa di arginare l’avanzata di Salvini bloccando le iniziative che piacciono alla Lega. La crisi pentastellata è legata all’immagine di un movimento che blocca ogni iniziativa. Al non fare invece di fare cose diverse. Le accuse di inettitudine, di incapacità, di dilettantismo non possono essere confutate se la risposta viene affidata ad un portavoce che è il simbolo del dilettantismo, ad un ufficio stampa che è la dimostrazione dell’incapacità.

Per il momento Salvini riesce ad approfittarne. Ma quando il Pd lancerà la chiamata alle armi della galassia di sedicenti intellettuali ora delusi, l’intero centro destra si troverà sotto attacco da parte di una Rai che Lega e 5 Stelle non sono stati in grado di cambiare; di una informazione Mediaset che rimpiange Renzi; di quotidiani e settimanali tutti schierati contro ogni forma di salvinismo e di pensiero non politicamente corretto; di editori di libri che fanno capo alla famiglia Berlusconi e che pubblicano volumi asserviti al pensiero unico obbligatorio.

Nel frattempo la spocchia degli eletti leghisti, unita alla antipatia assoluta degli eletti di Forza Botulino ed alla totale impreparazione del circolo della Garbatella, avrà distrutto ogni collegamento con centri studi, intellettuali, scrittori che non si erano allineati al pensiero unico obbligatorio imposto dalla sinistra nuovamente in crescita.

Tags: BasilicataBerlusconicentrodestraelezioniMatteo SalviniMovimento 5 stellePartito Democratico
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Commenti 1

  1. antonio corso says:
    5 anni fa

    articolo intelligente. Il raccordo con la cultura di destra e’, o dovrebbe essere, una delle piu’ importanti ragioni d’essere dei Fratelli d’Italia, non a caso meritatamente in crescita

    Rispondi

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