E’ in atto una rivoluzione e come tutti i moti di cuore e di testa, necessita del suo tempo e di una maturazione che deve essere un segno di garanzia partecipata. Una gilda è composta da un gruppo di persone che condividono lo stesso scopo e gli stessi obbiettivi di varia natura. Al giorno d’oggi è un compito difficile, presi come siamo dall’assuefazione delle lobby autocentranti che dominano nell’ambito del lavoro, della politica e nelle comunità, riuscendo a stravolgere dall’alto la società, moderna, votata al progresso. Come confermerebbe Emil Cioran in una delle sue lettere nel lungo epistolario intitolato da Bietti Edizioni, nella collana “L’archeometro”, L’ agonia dell’Occidente. Lettere a Wolfgang Kraus (1971-1990): « La vita sarebbe molto più sopportabile qualora ci affrancassimo non solo dal fascino gradevole del progresso tecnico-scientifico, ma anche dal fascino delle ideologie».
Tra queste, imperversa senza problemi una progenitrice che ammalia e che mantiene in vigore la più grande impostura della condivisione e delle esperienze: qualunque esse siano, dalla comunicazione aperta a quella immediata in ogni ambito. Dell’utilitarismo metodologico. Quella stranezza dominante, che non permette a chi non fa parte di un club sostenitore delle “avanguardie” del modello progressista liberale, l’ideazione di “think tank”, preposti allo svolgimento delle idee e delle iniziative di un gruppo estraneo agli standard prevalenti. Ma allora di cosa stiamo parlando ? Né più né meno dell’avvio e del successo che sta riscuotendo “La gilda dei lanzichenecchi”, ideata e diretta da Gabriele Adinolfi. Questa volta, l’unione costitutiva delle unità (unicità) imperiali, composta da uomini liberi e non possidenti in servizio permanente, con spirito di corpo, disciplina, gerarchia e una forte indipendenza di carattere e personalità, (http://www.lanzichenecchi.eu/) si appresta ad occupare uno spazio a lungo destinato all’associazionismo intra-partitico e quasi mai di popolo e politico.
Tralasciando l’ovvietà delle scelte di campo, direzionate da un possibile scenario politico che si evolve, incorporando, purtroppo, anche culturalmente, un ambito che non ha mai ceduto alle lusinghe e alle delimitazioni polemiche-elettoralistiche. Insomma, tutte le caratteristiche che non riguardano esclusivamente il recinto della Destra italiana. La gilda ha attivato la sezione pagine gialle per gli aderenti e con essa, la possibilità di interagire tra le diverse vitalità che la compongono, premurandosi di riscoprire il galateo perduto e le stagioni, inossidabili, di un’efficace sinergia finalmente utile, per tutti coloro che hanno bene in mente cosa rappresenti La libertà Interiore descritta da Marco Aurelio nel suo celebre scritto. Senza perdersi e, ritrovando il valore del presente, del dovere e cosa non da meno, della libertà interiore e dell’agire per il bene della nostra società.
Quando la giusta prospettiva e il senso del Comunitarismo di fine XX secolo, emerge anteponendo l’importanza delle società prima delle comunità. Oppure, vogliamo ancora credere il contrario ?