Otto mesi dopo la fondazione di Fratelli d’Italia, sei mesi dopo le elezioni, alla vigilia della pausa estiva abbiamo incontrato Ignazio La Russa per fare il “punto” sulla situazione. La nostra intervista.
Fratelli d’Italia si è largamente impegnato per il rimpatrio dei fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti da oltre 500 giorni in India per un reato del quale – molto probabilmente – non sono responsabili. Qual è la sua opinione a riguardo?
Innanzitutto, è vergognoso che ancora oggi si discuta di quando torneranno e di quanto durerà il processo: essendo avvenuto il fatto – qualunque esso sia – in acque internazionali, non esistono i presupposti per un processo in India e l’Italia avrebbe dovuto fare ferro, fuoco e fiamme per impedire che i marò venissero processati. L’acquiescenza delle autorità italiane ha consentito che la vicenda fosse trattata come una normale questione giuridica, invece si tratta di una questione di dignità nazionale e sarebbe stato necessario coinvolgere tutto il sistema-Italia, minacciare – e poi eventualmente farlo – di uscire dalle missioni internazionali, ritirare il nostro ambasciatore ed espellere l’ambasciatore indiano. Nulla di tutto ciò è avvenuto. L’unico ad avere un sussulto di orgoglio è stato l’ex Ministro degli Esteri, Terzi, che – una volta deciso di non rispedire i marò in India, per poi cambiare idea dopo tre giorni – ha avuto il
coraggio, se non altro, di dimettersi.
Nel 2008, lei – in qualità di Ministro della Difesa – lanciò l’operazione “Strade Sicure”, che – attraverso l’impiego di pattuglie miste – si prometteva di garantire una maggiore sicurezza alla cittadinanza. Oggi, la maggioranza si fa promotrice del ddl svuota-carceri, un provvedimento che rischia di dare il colpo di grazia ad una già precaria sicurezza nazionale.
Già quando governava Prodi fecero un’amnistia e i risultati furono dopo pochi mesi evidenti, buona parte dei detenuti tornava a delinquere e riguadagnava il carcere. Ci riprovano, con l’aggravante che al governo c’è anche il centrodestra: non noi, ma il Popolo della Libertà. Io credo che questa sia un’amnistia mascherata e – peggio di Prodi – non hanno neanche il coraggio di ammettere la natura del provvedimento. La questione delle condizioni di vita nelle carceri è una questione importante, ma si risolve costruendo le carceri o facendo scontare la pena a chi deve scontare solo gli ultimi mesi o l’ultimo anno in strutture che già esistono tipo ex caserme vuote o requisendo strutture inutilizzate.
Tra le questioni politico-istituzionali più rilevanti degli ultimi tempi spicca quella del presidenzialismo, in favore del quale si è speso anche Fratelli d’Italia e che rappresenta una forma di governo storicamente sostenuta dalla destra nazionale fin dai tempi del MSI. Crede che possa trattarsi della riforma del rilancio?
Ma vedi, pochi se lo ricordano perché ormai le cose vanno via con grande fretta. La storica battaglia della destra per la repubblica presidenziale, sostenuta – hai detto bene – dall’MSI di Almirante e di Franco Franchi, che per primo scrisse un libro sulla “nuova repubblica”, stava per avere un compimento: negli ultimi mesi della scorsa legislatura io – insieme a Gasparri, che era capogruppo al Senato, e con un discreto aiuto dell’attuale Ministro delle Riforme, Quagliariello – riuscimmo a far votare al Senato un testo che introduceva l’elezione diretta del Capo dello Stato. Poi passò alla Camera e si insabbiò, anche perché – oltre che prevedere la repubblica presidenziale col sistema francese – prevedeva il dimezzamento del numero dei Deputati e dei Senatori e questo non piacque alla maggioranza dei parlamentari. Abbiamo perso una grande occasione. Io credo che neanche in questa legislatura vogliano introdurla, ma sarebbe l’unica vera riforma in direzione del superamento della casta: ridare al popolo il potere di scegliere la guida del Paese, non attraverso accordi sottobanco, ma alla luce del Sole.
Nel corso delle ultime settimane diverse “tavole rotonde” – tra le quali quella promossa da Fratelli d’Italia in occasione delle Giornate Tricolore – hanno gettato le fondamenta per la costituzione di una casa comune a tutte le anime della destra italiana?
Quando è nato Fratelli d’Italia noi ci siamo rivolti a tutti. Non c’era bisogno di aspettare – per molti – di non essere candidati o – per altri – di vedere il PdL chiamato “Forza Italia”, perché si sapeva già e si capiva anche qual era il destino di molti che oggi si agitano un po’. Io credo che noi non possiamo chiudere la porta a nessuno, ma nello stesso tempo che ci sono dei capisaldi: Fratelli d’Italia è il nuovo centrodestra e nasce sullo spirito di Alleanza Nazionale, ma per andare oltre Alleanza Nazionale; credo che ci possa essere un allargamento con soggetti che provenienti o non provenienti da Alleanza Nazionale; quello che non è possibile è immaginare di annullare il percorso di Fratelli d’Italia – che invece è il percorso vincente – o di modificare la leadership di Giorgia, perché è necessaria una proiezione verso il futuro; chi oggi decidesse di iscriversi a Fratelli d’Italia “allargato” – magari
on una piccola modifica grafica nel simbolo – deve sapere che non può avere lo stesso peso che avrebbe avuto se avesse fatto questa scelta quando nacque Fratelli d’Italia.
Oggi – come nel ’95 – la destra italiana vive una nuova primavera, protagonista di quella stagione politica fu l’indimenticato Pinuccio Tatarella. Lei come lo ricorda?
Ci vorrebbero ore per parlare di Tatarella. Tatarella guardava alla politica italiana con l’occhio sempre al giorno dopo: non si fermava né all’oggi né al domani, ma al dopodomani. Aveva sempre questa prospettiva. Quando noi ancora ci barcamenavamo sul “fascismo degli anni 2000” – così Fini definì il futuro della MSI – già pensava ad un partito di destra democratica ed europea in grado di dare una svolta al vecchiume delle istituzioni italiane; quando costituimmo AN, subito immaginò oltre Alleanza Nazionale; quando formammo il centrodestra, già pensava oltre il centrodestra. Sono convinto che sarebbe stato fiero della scelta che abbiamo fatto – in pochi, ma con grande coraggio – dando vita a Fratelli d’Italia.
Che si chiami fratelli d italia o in altro modo non c e piu tempo da perdere uomini e donne della destra uniamoci smettiamola coi personalismi. Io sono pronto carmine di sarno
Bravo coomplimenti!!!
Ora e sempre Ignazio Presidente! Onore al tuo coraggio per essere uscito allo scoperto e a testa alta dal PDL!
Onore al tuo coraggio e per aver suonato la carica!