Non c’è pace per Simone Cristicchi. Dopo il successo di Trieste, l’artista in questi giorni porta in Istria il suo musical civile, “Magazzino 18” dedicato all’esodo. Un’iniziativa forte che ha subito scatenato le polemiche.
Alla vigilia della rappresentazione della “prima” di “Magazzino 18” a Pirano, il Partito socialista dei lavoratori – un micro partito di nostalgici titoisti – ha immediatamente attaccato Cristicchi, reo di “lesa Yugoslavia”. Gli strambi eredi di Tito hanno convocato una conferenza stampa per mettere in guardia la popolazione dai «pericoli» dello spettacolo. Per i rottami del comunismo slavo il cantautore italiano propone «un recital nel quale gli jugoslavi vengono definiti come violenti usurpatori dei beni abbandonati dagli optanti dell’Istria e della Dalmazia» e altre facezie…
Non domi, gli yugonostalgici hanno individuato in “Magazzino 18” uno spettacolo «con criminali finalità irredentistiche e revisionistiche e denso d’ elementi di razzismo contro i popoli slavi», quindi «è inammissibile e inaccettabile che l’Istria gli apra le porte». A sorreggere le traballanti tesi dei neo titoisti la convinzione che «in Italia numerose associazioni civili e antifasciste hanno preso le distanze dal lavoro di Simone Cristicchi, poichè gli schieramenti fascisti potrebbero usarlo per i loro loschi fini».
Grazie al cielo, qualcosa sta cambiando — molto lentamente ma inesorabilmente — anche oltre frontiera. Gran parte della stampa croata ha ridicolizzato l’allarme «privo di fondamento» del partitino e Radio Pola, emittente pubblica, ha trasmesso un’ampia intervista con Cristicchi. Un successo pieno, tanto che è stata ritrasmessa.
“Magazzino 18”, dopo il debutto di ieri sera a Pirano, sarà riproposto stasera alle 19 alla Comunità degli Italiani di Pola, domani alla stessa ora al Teatro di Umago e giovedì 12 dicembre alle 17.30 al Teatro di Buie riservato per l’occasione agli allievi delle medie superiori italiane dell’Istria e di Fiume. Qualcosa sulle sponde dell’Adriatico “amarissimo” inizia a muoversi.