Negli anni della Prima Guerra Mondiale, i fratelli Houghton (Lily, impavida avventuriera laureata in botanica, e McGregor, imbranato ma pronto a tutto per aiutarla) provano a convincere la comunità scientifica londinese che la cura per i soldati feriti nelle trincee e le epidemie che decimano le popolazioni meno abbiente siano le leggendarie Lacrime della Luna, fiori di un albero celato nei meandri del Rio delle Amazzoni. Risoluti a trovarle partono per l’Amazzonia, dove si imbarcano con Frank: capitano della Quila, bagnarola sulla quale porta i turisti a spasso per il fiume, spaventandoli con trappole da operetta e ammorbandoli col suo umorismo. Sulle tracce della coraggiosa dottoressa, del suo fratello fru-fru e del loro forzutissimo navigatore si mettono però il figlio del Kaiser, che percorre il Rio con un sommergibile, e tre “conquistadores”, intrappolati da secoli in una maledizione.
Ispirato a un’attrazione di Disneyland (del quale Frank deride le “sorprese” nel film: anche in un filmato, registrato alla presentazione del film, i due protagonisti non hanno nascosto di trovare “la crociera nella giungla” poco divertente), il soggetto era già stato vagheggiato nel 2004, in seguito all’inaspettato successo del primo “Pirati dei Caraibi”, per essere riscritto nel 2015; il progetto del film è stato annunciato nel 2018, assieme all’ingaggio di Emily Blunt.
Le riprese si sono svolte tra il maggio e il settembre 2018, fra Atlanta e le Hawaii. Dopo un massiccio intervento di post-produzione (molti, troppi gli effetti computerizzati) che ha fatto rimandare l’uscita prevista per l’autunno 2019, l’uscita del film è stata annunciata per l’estate 2020: e quindi rinviata d’un anno, per il solito motivo che non citiamo più perché ha tediato abbastanza. Budget, 200 milioni di dollari: troppi per portare il film al cinema quando erano semichiusi. Dopo lo streaming, la prima mondiale si è tenuta al Giffoni Film Festival. Diretto dallo spagnolo Jaume Collet-Serra, già regista di svariati film d’azione con protagonista Liam Neeson.

Potevano mancare le lamentele LGBT? Ovviamente no! Il “coming out” d’un personaggio è palesemente appiccicato in una scena soltanto per fare contenta la comunità più tracotante che esista: ma l’ammiccamento non è stato gradito, perché il personaggio in questione ha un atteggiamento da macchietta, e l’attore che lo interpreta non è gay nella vita reale. Gravissimo!
A pensarci bene, non è scandaloso che Marlon Brando non fosse davvero un boss mafioso, Max von Sydow uno scaccia-demoni, e che Anthony Hopkins non sia davvero un maniaco cannibale (ma di questo non sono sicuro)?
I maggiori pregi del film sono i due protagonisti: Dwayne “the Rock” Johnson, ormai affermato specialista del cinema per ragazzi, carismatico e simpatico dall’alto della sua spaventosa imponenza fisica; e soprattutto la meravigliosa Emily Blunt (già in forza alla Disney per “Il ritorno di Mary Poppins”), bravissima e bellissima, la prova dell’esistenza d’un Dio che ha a cuore la grazia.
Il loro incontro ha della magia: non stiamo parlando di “La regina d’Africa” con Katharine Hepburn e Humphrey Bogart, ma è comunque una bella avventura fluviale all’epoca della Grande Guerra con due bravi attori (“the Rock” che riemerge dal fiume coperto dai morsi dei piranha ricorda comunque Bogart fustigato dalle sanguisughe).
Al netto d’alcuni difetti (alcune battute “vere” sono peggio delle freddure di Frank; il CGI non ha anima, e qui ce n’è troppo), se non si pensa che è ispirato a una tappa di Disneyland, “Jungle Cruise” è un ottimo film d’avventura: mete esotiche, cattivi temibili, eroi forti e belli, sentimento e magia. Che gioia vedere la “mascolinità tossica” di “The Rock” Johnson (muscoli, cazzotti – dati e incassati, lotta contro i cattivi e contro i pericoli dell’avventura, una bella fanciulla da portare in salvo: finalmente!), e chi ne l’accetta se ne stia pure chiuso nella sua cameretta a strillare in nome del politicamente corretto. Noialtri alla Disney questo chiediamo: azione, divertimento, avventura, sogni, uomini veri e donzelle impavide.