Mi chiama l’amico Fabio Constantinescu per invitarmi ad un concerto di musica alternativa che terrà con la musicista Silvia Preda a Cremona, nella sede del circolo locale di CasaPound, una sera di sabato di metà maggio. Non ho mai visto questa città, fra le più belle d’Italia e poiché il weekend coincide con il nostro anniversario di matrimonio, io e mia moglie accettiamo la proposta, concedendoci anche di prolungare la visita fino a domenica.
L’idea non è malvagia perché Cremona possiede una delle più belle piazze d’Italia con il Duomo ed il Torrazzo , il campanile più alto d’Europa, la cui vetta raggiungeremo la domenica mattina, 502 scalini da salire uno dopo l’altro. Nei dintorni della città, nella campagna più prossima, operava una raffineria, tra le più attive della penisola, che qualche anno fa è stata chiusa, mandando a casa migliaia di dipendenti. Non avendo Cremona la disponibilità di una Expo, come a Milano, che coprisse e nascondesse tutti i rifiuti tossici interrati negli anni, nelle prossime stagioni si provvederà ad una serie di bonifiche per preservare le falde acquifere e bloccare i liquami che si riversano nel Po, ai suoi confini.
Nel frattempo i dipendenti della raffineria hanno dovuto inventarsi un nuovo lavoro ed è così che incontriamo il gestore del bed and breakfast che ci ospita in un suo appartamento in affitto; una volta era un dirigente dell’impianto petrolifero, ora ospita soddisfatto turisti da tutto il mondo. Fortunatamente Cremona è anche la capitale del violino, dove nacquero gli Stradivari e gli Amati, dove artisti di grande fama vengono per suonare questo straordinario strumento o per acquistarlo dai numerosi laboratori di liutai della città.
Come al solito ciò che ci permette di sopravvivere è la nostra immensa cultura , patrimonio dell’umanità, che noi italiani sappiamo sfruttare solo in parte.
Dopo un aperitivo nella splendida piazza del Duomo, al tramonto, ci rechiamo alla sede di CasaPound, chiamata Stoccafisso. A rassicurarci che non abbiamo sbagliato strada nel nostro percorso, ci vengono in soccorso le solerti scritte sui muri dei Centri Sociali, grondanti elogi ed attestazioni di stima nei confronti dei ragazzi di CP. Qualche camionetta delle Forze dell’Ordine, segno tangibile della radicata democrazia italiana, conferma che siamo nei pressi della sede.
Qui una cinquantina di ragazzi ride e scherza in attesa del concerto. Incontriamo Fabio e Silvia affaccendati ad accordare gli strumenti all’interno del locale, totalmente auto gestito, nessuna occupazione demodé, i soldi ce li mettono i soci.
Sui muri sono appesi manifesti futuristi, volantini di precedenti manifestazioni, loghi di circoli gemellati ; ma su tutto campeggia il ritratto dipinto di Corto Maltese, il personaggio più noto disegnato da Hugo Pratt, che sintetizza lo spirito di tutto i militanti ; la voglia di avventura, la gioia di vivere, la fantasia, il continuo osare, la fiducia nel futuro, il rispetto per il passato, il tutto condito da un sano romanticismo.
Sul soffitto il disegno di un Savoia Marchetti che solca un cielo immaginario. In un angolo in fondo, un inquietante deposito di armi, proprie ed improprie, dirompenti nella loro potenzialità : alcuni scaffali pieni di libri, di tanti libri, tutti impilati con ordine , micidiali per combattere il vuoto di idee e il conformismo del pensiero unico.
Al bar si ordinano hot dog e panini con il salame di Cremona, uno dei migliori al mondo. E poi la birra, tanta birra, che ti rende solo allegro. Niente droga, nemmeno quella leggera per modo di dire, perché trattata con OGM, tutta roba da perdenti.
Ogni ragazzo veste la sua brava t -shirt, ognuno con una scritta diversa stampata sul torace o sulle spalle ; motti che sanno di fantasia, di beffa, di sfida, di orgoglio di appartenenza; nessun odio, nessuna violenza, altra roba da perdenti.
Inizia il concerto e Fabio, che sta vivendo una seconda vita artistica, mostra una verve inaspettata, rinvigorita da qualche boccale di buona birra, accompagnato al basso da Silvia Preda, che mi assicura non essere parente, nemmeno alla lontana, di Gianna Preda , la più grande giornalista di destra che l’Italia abbia mai avuto. In effetti Silvia dice la verità perché il vero nome della scrittrice era Maria Giovanna Pazzagli Predassi ; però ne sospetto una reincarnazione in versione musicale, data l’intelligenza acuta, il talento naturale, la capacità di leggere il senso profondo di ogni cosa ed il linguaggio decisamente sboccato di entrambe.
Nel corso del concerto vengono proposte tutte le più famose canzoni della musica alternativa e lanciati dei nuovi pezzi che apparterranno al prossimo lavoro in uscita di Fabio e Silvia. Stupisce che il pubblico, tanti giovani, qualcuno più “brizzolato” degli altri, alcune mamme con bambini piccoli, incolpevoli ma tranquilli, conosca ogni parola di ogni testo cantato, segno che la musica alternativa è capace di oltrepassare ogni tipo di frontiera o di barriera.
Una serata allegra, spensierata, senza fanatismi ma con tanta autoironia ; incredibile ma ci si diverte. In questo mondo in rovina è una gran cosa.
Quindi tutti fuori per una foto di gruppo, come nei ritratti di classe l’ultimo giorno di scuola, tutti composti e sorridenti, per dare altra rabbia ai centri sociali. Poi cala il silenzio perché i vicini hanno il diritto di dormire.