La signora Bellanova risparmi le sue lacrime di gioia e ascolti gli operatori della filiera agroalimentare italiana. E magari, perchè no?, legga qualche giornale straniero, s’informi su cosa sta succendo oltralpe. Domandina: qualcuno ha informato la ministra renziana che in Germania e Regno Unito decine di migliaia di lavoratori rumeni sono potuti tornare a lavorare nelle campagne grazie a accordi tra i diversi Paesi che hanno sfruttato i “corridoi verdi” per la libera circolazione degli stagionali all’interno dell’Unione Europea per garantire le produzioni e le forniture alimentari durante l’emergenza coronavirus?
Per Coldiretti — interlocutore prezioso per un ministro serio e dalle gote asciutte … — si tratta di una soluzione che consente (con la quarantena attiva) di garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole con il coinvolgimento temporaneo delle persone che ogni anno attraversano i confini per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese.
Una strada che sta percorrendo —guarda caso — anche la Francia e che rappresenta una via obbligata per l’Italia dove sono oltre centomila gli stagionali che arrivavano ogni anno dalla Romania con permessi temporanei. “Va immediatamente aperto un canale di collaborazione con la Romania da dove viene circa 1/3 dei lavoratori stagionali impegnati in agricoltura dove nel tempo hanno costruito rapporti fiduciari con le imprese” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che in questo momento di emergenza nazionale è però altrettanto importante aprire il più possibile il mercato alle opportunità di lavoro per gli italiani che rischiano il duro impatto occupazionale della crisi economica post coronavirus.
Per questo “a livello nazionale – conclude Prandini – è ora necessaria subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne”. Signora Bellanova, riponga i fazzoletti e legga, legga, legga….