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La commedia è finita. Ora arriva il peggio…

di Maurizio Bianconi
22 Luglio 2022
in Il punto
0
La commedia è finita. Ora arriva il peggio…
       

Un deputato toscano era solito dire “Topo, la politica dovrebbe chiudere il 30 giugno, perchè di luglio impazziscono tutti. Un lo so ipperchè”. Verità storicamente conclamata. A luglio 2022 si è disatteso quell’auspicio e la fine della legislatura si è presentata repentina e irrevocabile, come un sudden gol, inaspettato quasi da tutti. In quattroequattr’otto la guerra, la finanziaria, i mercati, lo spread, l’energia, i carburanti e i mille motivi insuperabili e ostativi al ricorso alle urne sono evaporati.

Prova che la truffa mediatica non resiste alla forza della realtà, anche se i maggiori quotidiani e tutte le tv avevano reso  unanime la sciocchezza dell’impossibilità del voto. Nel 1998 — mi pare — ero in macchina con Gianfranco Fini. Andavamo a una manifestazione a Agliana, vicino Prato, a scioglimento di una promessa fatta tempo addietro a simpatizzanti del posto. Bertinotti aveva lanciato il guanto al governo Prodi. Fini disse “Figurati se cade il governo. Fanno la sceneggiata. Lo capirebbe un bambino”. Rappresentava a alta voce quella che era l’opinione comune. Non era luglio, ma quattro giorni dopo, il governo ruzzolò.

Quando il terreno smotta, le cose vanno per conto loro e sovente si avviano  lontano da dove i manovratori avrebbero voluto. Questa volta non saprei dire se quest’osservazione sia calzante o meno. Gli errori compiuti da Mario Draghi in questi giorni sono stati eclatanti. Prima l’ostinata pretesa di inserire nei provvedimenti  punti non indispensabili, ma fonte di contrasti. Poi la dichiarazione provocatoria “o tutti dentro o tutti a casa”. Non contento tete a tete con Letta e poi -forzato- incontro con Berlusconi e co, trattati – è sicuro – a pesci in faccia. Per finire discorso aggressivo, perentorio, ostile ( che ha indispettito perfino l’artefice del governo, Mattarella) e richiesta della fiducia sulla mozione del PD. Non poteva finire che come è finita.

O la presunzione – quella che pervade quelli che da altri mondi vengono chiamati come salvatori -ha fatto i suoi danni, o la sfida era stata studiata e puntualmente applicata. Si affaccia un altro dilemma: o Draghi voleva stroncare le velleità di tutti e arrivare in autostrada a fine mandato o voleva farsi mandare a quel paese. Qui ognuno ha diritto alla soluzione che piu’ gli pare consona.

Comunque sia Draghi ha  fatto come l’America con la Russia : ha stuzzicato all’infinito finchè a qualcuno non sono scoppiate le palle. Sia chiaro le mine contro il paese sono state innescate più o meno tutte. Le avvisaglie dei primi danni stanno prendendo piede. Sono gabellati per fenomeni contingenti. Saranno permanenti e sempre più dolorosi (inflazione deflazione costi energetici peso tributario riformette fasulle e cosí via).

La scoppola dura arriverà a settembre e mesi a seguire, quando tutto ricadrà sotto la responsabilità del nuovo governo. Sarà offensivo per la dignità e la capacità di discernere dei cittadini, andare a votare. Il voto contribuirà solamente a legittimare una classe politica generalmente immeritevole. Per tutto il resto sarà anche inutile. Non determinerà certo le politiche del nuovo governo. ll nuovo governo chiunque lo formi ha già la via  tracciata da BCE e UE, come fanno osservare da tempo gli economisti. Questo grazie alle iniziative del dimissionario.

In compenso al governo che verrà sarà imputato tutto il male possibile. Il pd comunque sia, come ormai accade da 12 anni, si ritroverà nei posti di comando sia che vinca sia che perda. Poi tutti fra un po’ richiameranno Supermario o un suo epigono. Il percorso verso gli inferi riprenderà senza impicci e stavolta con tutti a bordo del bandwagon secondo la migliore tradizione. Amen

Tags: elezioniMario Draghi
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