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La Destra dopo la Sicilia. Non è tempo di trionfalismi ma di progetti e strategie

di Augusto Grandi
7 Novembre 2017
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La Destra dopo la Sicilia. Non è tempo di trionfalismi ma di progetti e strategie
       

 

Giorgia Meloni, esulta per i risultati della Sicilia e di Ostia. E dopo aver ironizzato sul mancato plebiscito autonomista al Nord, con il 60% di votanti in Veneto, scopre che il 36% di votanti ad Ostia va benissimo, come il 47% in Sicilia. E va benissimo, per Meloni, il poco più del 5% di voti ottenuto in Sicilia con Salvini e il 10% conquistato ad Ostia. Dove, però, ha rischiato il sorpasso a destra, considerando il 9% ottenuto dal candidato di Casa Pound sostenuto anche dai nemici di Meloni, i destri di Storace.

Si apre, dunque, uno scontro per l’egemonia a destra? Indubbiamente si tratta di elezioni particolari. In Sicilia l’alleanza tra FdI e Lega è stata penalizzata dal movimento che si rifaceva direttamente a Nello Musumeci, uomo di destra vera. Normale che il partito del candidato alla presidenza dreni i consensi all’interno della sua coalizione. Quanto a Ostia, si tratta di un territorio romano dove FdI ha sempre ottenuto risultati consistenti e dove Cpi ha lavorato con grande impegno. Per nulla scontato che Meloni, con le sue imbarazzanti posizioni sul Settentrione, riesca a ripetere il buon risultato di Ostia al Nord del raccordo anulare. Mentre Cpi ha ottenuto consensi a macchia di leopardo in giro per l’Italia ma ha ancora difficoltà a mantenere questi livelli di consenso in tutto il Paese. Con una differenza sostanziale tra Fdi e Cpi: il partito della Meloni si presenterà all’interno di una coalizione che punta a governare, sebbene con profonde differenze interne. Mentre Cpi correrà da sola alle elezioni politiche con la possibilità di intercettare un crescente voto di protesta (magari sottraendolo ai 5stelle o recuperando l’astensionismo) ma rischiando di perdere i consensi di chi sceglierà il “voto utile”.

Utile a cosa non si sa, visto che Berlu insiste sul moderatismo e glissa sul nuovo modello di Italia da proporre. Non una parola sull’abolizione delle leggi liberticide, non un’idea sul disastro dell’invasione. E il Tg5 berlusconiano che spara a zero su ogni destra. Tanto per chiarire il livello dei rapporti interni. Berlu sarebbe pronto a riprendersi persino Alfano, buttato fuori persino dal parlamento della sua Sicilia. Alfano che nessuno vuole più, perché fa perdere i suoi alleati.

Ed è patetico lo scontro a sinistra tra Pd e bersaniani con il partito del bugiardissimo che accusa gli altri di aver provocato la sconfitta in Sicilia presentando il candidato Fava contro Micari imposto dal Pd. Peccato che la sinistra sia perdente anche sommando i risultati dei due candidati.

Tags: Casa PoundelezioniFratelli d'ItaliaGiorgia MeloniNello MusumeciSicilia
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Commenti 1

  1. Peppino coppola says:
    5 anni fa

    Mi sembra ingeneroso oltre che assurda la polemica gratuita nei confronti di Giorgia Meloni che, piaccia o no, è l unico leader di destra spendibile in Italia dopo il fallimento dei vari Gasparri, alemanno storace e mattoni. Fratelli d Italia rappresenta una credibile realtà della destra italiana attorno alla quale dovrebbe ritrovarsi tutto il nostro ambiente. Storcere il naso e cercare il pelo nell uovo e un atteggiamento tipico di un area che della marginalità ha fatto il suo programma.

    Rispondi

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