Inutile – perché troppo nota – parlare della carriera cinematografica di Alain Delon che oggi compie gli anni, essendo nato a Scheaux, comune dell’Île-de-France, l’8 novembre 1935.
Tanto chi segue queste effemeridi è più interessato ai percorsi “politici”.
Delon non si è mai impegnato direttamente in politica, ma le sue idee “di destra” sono sempre state note, come quelle di Brigitte Bardot, per restare nel campo dei più famosi attori del cinema francese, assieme a Jean-Paul Belmondo, che si è occupato ancor meno di politica ma che alle spalle aveva un padre “fascho” che di politica ne aveva fatta anche troppa, finendo nel cattiverio dopo la guerra: architetto famoso, era stato dirigente del Groupe Collaboration, il comitato di intellettuali presieduto dallo scrittore Alphonse de Châteaubriant, che tra 1940 e 1944, si dette parecchio da fare nella politica di collaborazione con i nazisti tedeschi nel quadro della “Nuova Europa”.
Delon era un bambino a quel tempo ma a 17 anni, rispose all’appello della patria impegnata nel processo di decolonizzazione in Indocina: si arruolò in un reparto di paracadutisti della Marina e combatté per cinque anni tra le risaie indocinesi.
In seguito si dichiarò in più occasioni gaullista e, in epoca recente sarkozista, senza mai nascondere la sua simpatia da sempre per l’estrema destra e per Jean-Marie Le Pen, come fece in una famosa intervista per Antenne 2 nel 1987.
Giusto un anno fa, in occasione dei successi clamorosi di Marine Le Pen, stuzzicato da un giornalista di “Le Monde” proprio nel giorno del suo compleanno, manifestò la sua contentezza per il successo della leader del Front National, anche se lasciando trasparire più simpatia per Le Pen padre che per la figlia.
“Per la prima volta non sono più soli, i francesi sono con loro” disse, aggiungendo che era necessario aggiornare il suo “gaullismo” in una Francia hollandista. Dichiarazioni che scatenarono un putiferio nel campo della “gauche caviar”, la sinistra al caviale, quella radical-chic di recente sbeffeggiata anche – per restare nella Francia del cinema – da Gérard Depardieu.
Le dichiarazioni di Delon comunque gli furono fatte pagare in qualche modo, non potendo danneggiarlo su altri piani, i suoi democratici oppositori pretesero le sue dimissioni dalla Presidenza a vita alla quale era stato chiamato in precedenza…. della giuria per l’elezione annuale di Miss France!
Piccole cattiverie di chi non può farne di peggiori, che si erano già viste, tanto per restare nel campo cinematografico e della politica francese, quando fu eletto nelle fila del Front National il regista Claude Autant-Lara che, essendo il decano dell’Assemblea, ebbe l’occasione di fare il discorso alla seduta inaugurale del Parlamento europeo nel 1989, incentrandolo sulla minaccia americana per la cultura europea.
Un discorso che gli costò il posto dall”Académie des Beaux-arts. Democrazia, democrazia, quanti delitti si commettono in tuo nome!
Alle elezioni europee di quest’anno Delon ha manifestato simpatia anche per Christine Boutin, la candidata di una piccola formazione politica, Force Vie, una politica a suo tempo vicina a Valéry Giscard d’Estaing nell’UDF, il partito di centro-destra per il quale è stata anche ministro, impegnata su posizioni della destra tradizionale, in particolare sulla questione dell’omosessualità.
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