Dall’Indocina in poi, i commandos della Marine Nationale francese sono il ferro di lancia delle forze speciali d’oltralpe. Impegnati in ogni conflitto e ogni spedizione, gli incursori francesi sono celebri per la loro professionalità, risultato di una selezione durissima. Come per il Comsubin italiano, i Seal americani e i reparti d’élite britannici e israeliani.
Dopo un periodo di ristrutturazioni e di economie, lo Stato maggiore francese ha deciso — alla luce degli scenari sempre più inquietanti — d’investire nuovamente sui suoi “guerrieri” migliori e ha convinto l’ondivago François Hollande e il suo ministro della Difesa Jean Yves Le Drian, a investire e rafforzare il FORFUSCO (Force marittime des fuciliers marins et commandos). Da qui la costituzione di un settimo “commando marine”, basato a Lorient in Bretagna e forte di 160 soldati. Il reparto è — come tradizione — intitolato a un comandante. Per l’occasione l’unità porterà il nome di Pierre Ponchardier, il fondatore della specialità: l’ufficiale nel 1945 creò — sull’esperienza del Bataillion de fusillier marins commandos della France Libre, l’unica unità francese che partecipò al D day — il primo reparto organico commando francese che venne subito impiegato in Indocina contro i viet minh comunisti. Una vicenda gloriosa quanto tragica. Significativamente il reparto riprende il motto degli uomini di Ponchardier: “à la vie à la mort”.
Con la costituzione del Settimo Commandos Marine, il FORFUSCO conta ora 650 professionisti. Basteranno?