Dipanati lungo una linea retta di duemila chilometri sorgono sette luoghi, tutti dedicati a San Michele Arcangelo. Dall’Irlanda fino a Israele, passando per Inghilterra, Francia, Italia e Grecia, si forma la misteriosa Linea Sacra che, secondo la leggenda, l’Arcangelo tracciò con la sua spada ricacciando Satana – l’angelo ribelle – all’inferno.
Il primo dei sette luoghi a Nord è quello di Skellig Michael, situato sull’omonimo arcipelago meridionale irlandese. Fondato tra il VI e l’VIII secolo dai primi monaci cristiani d’Irlanda, questo luogo sacro fu descritto così dallo scrittore Bernard Shaw: “Un incredibile, impossibile, folle posto che ancora induce devoti a strisciare in antri bui e a baciare pietre che si gettano a 700 piedi d’altezza sull’Atlantico”. Qui, nel V secolo, San Michele Arcangelo sarebbe apparso in aiuto a San Patrizio per scacciare i rettili che infestavano l’isola.
Attraversando il Mare Celtico per approdare nell’isola di St Michael’s Mount, in Cornovaglia, dove nell’XI secolo alcuni monaci benedettini – provenienti dall’omonima isola francese di Mont Saint-Michel – fondarono un’abbazia nel luogo in cui l’Arcangelo nel 495 avrebbe parlato ad un gruppo di pescatori. Nel XVI secolo il santuario fu incorporato in un castello-fortezza.
Il terzo luogo della Linea Sacra è appunto Mont Saint-Michel, sull’omonimo isolotto francese della Normandia. Qui, nell’VIII secolo, l’Arcangelo apparve al vescovo di Avranches, Auberto, nel suo combattimento contro il drago, al termine del quale San Michele avrebbe dato l’ordine di costruire una chiesa sulla roccia. Furono i monaci benedettini, nel X secolo, a completare l’edificazione dell’abbazia, ancora oggi uno dei luoghi cristiani più simbolici per imponenza e suggestione.

Arrivando in Italia, il Belpaese comprende due luoghi della Linea dell’Arcangelo. Il primo, la Sacra di San Michele, si trova in Val Susa (Torino). A fondare il santuario fu l’arcivescovo di Ravenna, Giovanni Vincenzo, che nel X secolo abbandonò la sua carica per ritirarsi a pregare e vivere da eremita sulle montagne piemontesi. Un gruppo di angeli, insieme ad alcune colombe, lo avrebbero aiutato a trasportare i materiali per la costruzione, accatastandoli sulla vetta del monte Pirchiriano, indicato da San Michele come il luogo su cui erigere la chiesa. Un santuario carico di bellezza e mistero che, nel corso dei secoli, fu perfezionato ancora dall’attività dei monaci benedettini e, pochi decenni fa, ispiratore del romanzo “Il nome della rosa” di Umberto Eco.
Mille chilometri a sud-est, nel Gargano, sorge il Santuario di San Michele. La sua fondazione si colloca tra la fine del V e l’inizio del VI secolo quando l’allora vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano, si adoperò per estirpare il culto pagano tra gli abitanti del Gargano. Fatti miracolosi e apparizioni lungo i secoli cementarono il culto dell’Arcangelo Michele sul promontorio pugliese, il cui santuario è comunemente indicata come “Celeste Basilica”, in quanto non consacrata dagli uomini, ma dallo stesso Arcangelo.
Dall’Italia la traccia di San Michele giunge in Grecia, dove, nell’isola di Simi (Egeo Meridionale), sorge il Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis, eretto nel XII secolo. Questo santuario fu costruito in un luogo dell’isola in cui una donna ritrovò un’immagine dell’Arcangelo. All’interno del Monastero è custodita un’effigie del Santo alta 3 metri, una delle più grandi esistenti nel mondo.
L’ultimo luogo della Linea Sacra di San Michele si trova in Israele ed è il Santuario Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa. Il monte Carmelo, letteralmente “Vigna di Dio”, è un luogo sacro poiché qui avrebbe dimorato il profeta Elia. La prima fondazione del monastero risale all’epoca bizantina (XII secolo), quando alcuni eremiti lo scelsero come luogo di culto dell’Arcangelo Michele.
Sette luoghi sacri in una linea retta di duemila chilometri. Mistero, fede e bellezza che travalicano secoli e continenti.