Non sappiamo se sia autentico, ma è sicuramente devastante. Chiunque ha organizzato l’uscita e la pubblicazione sul quotidiano spagnolo Abc del documento attribuito alla “Direzione dell’Intelligence militare” venezuelana non intende mandare avvertimenti o segnali. L’obbiettivo dell’operazione è affondare per sempre il Movimento 5 Stelle dimostrando gli intenti ambigui, o peggio eversivi, di un padre fondatore al soldo di una dittatura incompatibile con lo schieramento atlantista dell’Italia.
A rendere particolarmente letale la polpetta avvelenata incartata nelle pagine di Abc sono soprattutto i nomi degli esponenti del regime di Caracas che avrebbero garantito a Gianroberto Casaleggio il finanziamento da 3 milioni e mezzo di euro. Il primo, citato esplicitamente nella presunta informativa, si chiama Tarek el Aissami ed è uno degli uomini più potenti e più misteriosi del regime Caracas. Oggi occupa la poltrona del ministero del Petrolio, chiave dell’unica e ultima ricchezza del paese, ma dal 2017 al 2018 è stato vice-presidente al fianco di Maduro. Nel 2010, con Hugo Chavez ancora ben in sella, El Aissami guida il Ministero degli Interni e autorizza l’utilizzo dei fondi riservati dello stesso dicastero per riempire la valigetta destinata al consolato di Milano.
El Aissami, nato in Venezuela da un padre druso di origini siriane, è da quasi un decennio sia nel mirino della Dea (Drug Enforcement Agency l’agenzia per la lotta al traffico di droga) sia dell’intelligence Usa. E non soltanto perché suo padre, esponente del partito Baath, è stato legato sia al regime di Damasco che a quello del deposto dittatore iracheno Saddam Hussein. A dar retta alla Dea El Aissami è coinvolto direttamente nei traffici di droga e nelle operazioni di riciclaggio di denaro che s’intrecciano tra il Sud America e la Libano. La Cia lo considera, invece, uno dei più solidi anelli di congiunzione tra l’America Latina e il Partito di Dio , la milizia sciita libanese legata al regime iraniano. Agli occhi degli Usa Al Aissami è insomma una quinta colonna di Teheran in America Latina. E se veramente fosse all’origine dei fondi segreti recapitati a Gianroberto Casaleggio trasformerebbe il M5S in un movimento inconciliabile con legalità e democrazia.
Proprio l’intestazione del documento pubblicato da Abc fa pensare ad una manina americana. Nel 2010 la Direzione Generale dell’Intelligence Militare di Caracas a cui è indirizzata l’informativa è nelle mani del generale Hugo Armando Carvajal Barrios. Conosciuto con il soprannome di “El Pollo” il generale è indicato come uno degli ispiratori delle operazioni di narcotraffico gestite dal regime di Chavez e Maduro. Non a caso è dal 2011 in cima alle classifiche degli uomini più ricercati dagli agenti della Dea. Nel febbraio 2019 grazie ad un sorprendente cambio di maglia in corsa “El Pollo” molla Maduro per schierarsi al fianco del presidente ad interim Juan Guaidò. Grazie a quella mossa si garantisce una via di fuga verso la Spagna dove però lo rincorre una richiesta di estradizione americana. Dopo un provvisorio arresto viene rimesso in libertà dalle autorità di Madrid che però, a novembre proprio alla vigilia dell’estradizione negli Stati Uniti, ne annunciano la sparizione.
Dietro la strana fuga di “El Pollo” vi sarebbe, secondo alcune fonti, un accordo segreto con un’intelligence Usa pronta a garantirgli la libertà in cambio dei segreti sul regime di Chavez e Maduro conservati nel computer e nelle carte che il generale porta con se. Uno di quei segreti riguarderebbe proprio la nascita di un Movimento 5 Stelle che oltre ad esser uno dei pochi partiti di governo europei ad aver osteggiato il riconoscimento di Guaido continuando ad appoggiare Maduro è anche responsabile del pericoloso sbandamento filo-cinese dell’Italia. Uno sbandamento iniziato con le intese sulla Via della Seta e proseguito con l’asservimento alla propaganda cinese durante la pandemia. E a rendere ancor più inaffidabile il movimento contribuiscono, agli occhi dell’attuale amministrazione statunitense, i legami con quella Link University di Roma considerata, dopo la scomparsa del professor Mifsud, la cartiera occulta di alcuni dei dossier del Russiangate destinati ad incastrare Donald Trump.