• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
martedì 5 Luglio 2022
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Penna Pellicola Palco

La memoria della Guardia. Storie della Repubblica Sociale

di Vincenzo Pacifici
9 Luglio 2020
in Penna Pellicola Palco
0
       

Dopo la lettura faticosa e principalmente fastidiosa del libruccio di Carlo Greppi, L’antifascismo non serve più a niente, conclusa da queste parole, autentici “concetti di vita e di verità”, scolpite nel marmo più duro: “essere antifascisti […] è come essere innamorati o diventare genitori: non hai le parole per spiegarlo ma sai perfettamente cos’è”, “uscimmo a riveder le stelle”.
La lettura, infatti, della nona fatica storica del professore sessantenne di Passignano sul Trasimeno, docente a Perugia, riconduce ad un binario scientifico fondato solido. Le prime parole dell’introduzione, intitolata eloquentemente Fascismo al crepuscolo e continuità dello Stato, sintetizzano, senza enfasi agiografica, con equilibrio la figura del tenente generale Niccolò Nicchiarelli (1898 – 1969).
Fabei con misurato dosaggio e senno storico, di cui certi “storici” sono privi, scrive «La Memoria sulla Guardia del tenente generale Niccolo Nichiarelli, personaggio tra i più controversi della Repubblica sociale italiana, costituisce un documento di notevole importanza per la storia della fase finale del fascismo, quello repubblicano, nella misura in cui aiuta a far comprendere come i quest’ultimo fossero presenti non soltanto uomini che, aderendo alla RSI, andarono “a cercar la bella morte” – per usare le parole del giovane “ragazzo di Salò” Carlo Mazzantini – ma anche quanti, con un’esperienza di vita, militare e politica, ben più lunga e matura, decisero di stare dalla stessa parte della barricata nella quale avevano combattuto fino allora per salvare il salvabile, evitare che l’Italia fosse “polonizzata” dall’alleato tedesco in seguito al tradimento monarchico – badogliano e garantire una continuità dello Stato per quella che allora era chiamata Patria».
Si tratta di un’analisi puntuale e soprattutto assennata ed equilibrata, in cui continuamente e senza cadute, emerge l’azione convinta degli uomini, già nazionalisti, come Nichiarelli, che si prodigarono – un esempio, da citare e da conservare, è quello di Francesco Ercole, scomparso nel 1945 a Desenzano sul Garda – a tutela “di un’Italia concepita come il risultato di un processo storico di cui il lungo viaggio nel fascismo costituì una fase”,
L’asse portante è rappresentato dall’interpretazione data alla RSI. Per Nichiarelli come per Diamanti, Borghese, Luna, come per Biggini, Cione, Montagna, Pisenti , Gorrieri e Nicoletti essa rappresentò la “repubblica necessaria”, “capace di garantire una continuità con il passato. In tal senso tentarono [realisticamente], d’accordo con il Duce, di mantenere il nuovo Stato nella legalità e di trattare con i meno intensi genti della controparte per raggiungere un accodo capace di bloccare, o limitare, spargimenti di sangue fraterno e di favorire l’incontro tra italiani “al di sopra delle baionette straniere”.
Fabei espone due osservazioni tutt’altro che peregrine, tutt’altro che vane e vaghe, a proposito di Borghese. La Xa Mas «ancora prima della nascita della RSI scelse di proseguire la guerra al fianco dei tedeschi con un’originale alleanza direttamente con la Germania e nel quadro di una concezione nazionalista non fascista, tantomeno fascista repubblicana. Borghese d’altra parte era un monarchico». Poco più avanti rileva che «le ragioni della scelta della Xa Mas e del suo capo prescindevano dal fascismo e dalla fedeltà al Duce, connotandosi come il risultato di un’analisi di natura soprattutto istituzionale».
A giudizio di Fabei «proprio il senso del dovere verso il proprio popolo e lo Stato, più che la fede politica nel fascismo, determinarono la sua scelta di campo dopo l’8 settembre : scelta difesa nel tempo senza accenti retorici e atteggiamenti nostalgici, per la convinzione di aver fatto quello che a lui, come soldato prima di tutto, era richiesto e pertanto legittima».
La Memoria sulla Guardia (84 pagine) rappresenta «un documento utile a comprendere quanto accadde nei 600 giorni della RSI e le ragioni della concezione della storia nazionale, [ancora trascurata, quando non vilipesa]che iniziata ancor prima della Grande Guerra, sta alla base e costituisce il filo rosso dell’intera esistenza di un soldato del Novecento, quale Nicchiarelli».
Quanto siamo lontani dal possedere il senso vera della storia e dei fenomeni storici! L’altro giorno un sedicente intellettuale, componente dello schieramento parlamentare di centro – destra, nel corso di accesa disputa, ha diretto all’antagonista della stessa area, la squalificante accusa di “fascista”.

STEFANO FABEI, La Guardia nazionale repubblicana nella memoria del Generale Niccolo Nicchiarelli 1943 – 1945, Mursia, Milano, 2020, pp. 218. €18,00.

Tags: fascismoSeconda guerra mondialeStefano Fabeistoria
Articolo precedente

Letterina a Silvia Romano. A proposito di Islam, veli e diritti delle donne

Prossimo articolo

La psicolegge Zan/ Pensate ciò che volete, ma pensate come vogliamo noi

Vincenzo Pacifici

Correlati Articoli

Alpini sotto attacco. I nemici (di ieri e di oggi) delle Penne nere. Su Storia in Rete
Home

Alpini sotto attacco. I nemici (di ieri e di oggi) delle Penne nere. Su Storia in Rete

di Redazione
9 Giugno 2022
0

In edicola il nuovo numero di Storia in Rete. Con tante chicche. 150 anni dalla loro fondazione le Penne Nere...

Leggi tutto
Perchè il Mare nostrum non è più nostro? “Patria senza mare”, la sorprendente storia dell’Italia marittima

Perchè il Mare nostrum non è più nostro? “Patria senza mare”, la sorprendente storia dell’Italia marittima

17 Giugno 2022
24 maggio 1915. L’ora dell’Italia unita

24 maggio 1915. L’ora dell’Italia unita

24 Maggio 2022
Tirannicidio, una “tentazione” lunga tremila anni. Il dossier di Storia in Rete

Tirannicidio, una “tentazione” lunga tremila anni. Il dossier di Storia in Rete

17 Maggio 2022
Carica altro
Prossimo articolo

La psicolegge Zan/ Pensate ciò che volete, ma pensate come vogliamo noi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Storie nostre/ Cinquant’anni fa cadeva a Salerno Carlo Falvella. Fu l’inizio degli anni di piombo

Storie nostre/ Cinquant’anni fa cadeva a Salerno Carlo Falvella. Fu l’inizio degli anni di piombo

5 Luglio 2022
Sanzioni inutili/ Gli indiani comprano carbone russo e lo pagano in yuan cinesi

Sanzioni inutili/ Gli indiani comprano carbone russo e lo pagano in yuan cinesi

5 Luglio 2022
Cristiani d’Oriente/ Aghavno, il villaggio che non vuole arrendersi

Cristiani d’Oriente/ Aghavno, il villaggio che non vuole arrendersi

4 Luglio 2022
Perché è tempo di fermare la guerra e aprire una trattativa. Prima che sia troppo tardi

Perché è tempo di fermare la guerra e aprire una trattativa. Prima che sia troppo tardi

4 Luglio 2022

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In