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Home L'Editoriale

La Merkel spalanca le porte, poi si pente. L’Europa paga il conto

di Augusto Grandi
14 Settembre 2015
in L'Editoriale
0
La Merkel spalanca le porte, poi si pente. L’Europa paga il conto
       

Non basta avere un fondo schiena che fa provincia per disporre anche di un cervello adeguato. La cancelliera tedesca ha spalancato le porte della Germania all’invasione ed ora, dopo pochi giorni, si è accorta di aver commesso un errore madornale. La Baviera non riesce a fronteggiare le folle di invasori e i numeri degli ingressi continuano ad aumentare. Invece di ridistribuire i profughi, cacciando tutti gli altri (come aveva proposto la cancelliera), ora la Germania pretende che gli altri Paesi europei si facciano carico dell’errore di Berlino e si tengano “provvisoriamente” tutti quelli che vorrebbero andare in Germania o in Svezia. O magari in Gran Bretagna.

Intanto dagli USA, cioè il Paese che ha costruito un muro per impedire l’arrivo di messicani e latinos in genere, arrivano i rimproveri per i muri europei. L’Italia, nel frattempo, ha questioni molto più importanti da affrontare: i voli di Stato per le partite di tennis, la destinazione scolastica della moglie del premier, la riforma del Senato. Mentre la gente muore sul lavoro perché la concorrenza degli invasori ha ridotto i diritti.

Ma la follia ed il ripensamento tedesco, con una nuova marcia indietro che ha fatto riaprite la tratta ferroviaria con l’Austria, stanno devastando l’Europa. Quella dell’Est non vuole essere invasa solo perché l’ha stabilito la cancelliera tedesca con l’euro idiota di turno. Quella del Nord vacilla, con la Danimarca che non vuole ospiti non invitati da Copenaghen ma da Berlino e Stoccolma. Ad Ovest la Spagna va verso la secessione della Catalogna, con tutto ciò che ne deriverà. E l’economia europea cresce a ritmi nettamente inferiori alle necessità normali, nell’impossibilità di far fronte ad una emergenza epocale come quella dell’invasione.

Se la linea di Berlino dovesse passare, ci ritroveremmo presto con campi profughi ovunque, con l’occupazione delle strutture alberghiere, con la rovina dell’economia di ogni Paese. Perché se fosse anche vero che siamo in grado di accogliere i profughi, non siamo in grado di far fronte ai clandestini. Ed il governo italiano, ma anche quello francese, non vuole rimpatriare chi non ha diritto di restare (siamo nell’ordine del 20% dei rimpatri rispetto al numero di chi dovrebbe essere cacciato) perché, in questo modo, si garantiscono gli affari delle cooperative legate ai politici di governo. Ma di fronte a questo disastro, l’Italia si interroga sugli aiuti arbitrali alla Juve o alla Roma, sul premio alla Golino, sulla bandiera italiana che, con il bugiardissimo, ha cambiato verso ed è stata esposta rovesciata per festeggiare due grandi tenniste.

Tags: economiaEuropaGermaniaimmigrazione clandestinaUnione EuropeaUSA
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