Parlando con amici leghisti, li sento spesso entusiasti della nuova Rai, sulla quale, a loro parere, sta cominciando a soffiare un vento nuovo, diciamo, “sovranista”. Non saprei dire se i temi “sovranisti” siano più rappresentati dall’attuale TV pubblica, può esser di sì, ma onestamente, su altri versanti, io ritengo che l’andazzo per adesso non sia granché cambiato, se addirittura non v’è un peggioramento rispetto alla precedente direzione.

C’è chi per esempio, mostra molta soddisfazione per il neo Presidente Rai 2, Carlo Freccero, sebbene la maggior parte candidamente ammetta di non sapere di preciso chi sia e non ne conosce il suo passato. Mi permetto allora di rinfrescare la memoria; tra i collaboratori passati di Freccero ci sono stati: Sabina, Corrado e Caterina Guzzanti, Serena Dandini, Fabio Fazio, Gad Lerner, Daniele Luttazzi, Michele Santoro e Piero Chiambretti; ovvero, la crema dell’ideologia radical-chic. Tra i programmi proposti da Freccero sulla sua rete si annotano “Satyricon, “Sciuscià”, “Il Raggio verde” e L’ottavo nano”. Durante la campagna elettorale del 2001, la paccottiglia liberal, fu (giustamente) ritenuta scomoda da parte del centrodestra – al quale a quei tempi faceva parte anche la Lega (Nord) – al punto che, nel 2002, l’allora Premier Berlusconi pronunciò il famoso “editto bulgaro” che portò all’allontanamento dalle reti Rai dell’ottimo (ma fazioso fino all’inverosimile) Enzo Biagi (già conduttore de “Il Fatto” su Rai 1), e di Michele Santoro e Daniele Luttazzi (sì, quello che fingeva di mangiare merda), entrambi già in onda su Rai 2. Nel 2008, il medesimo Freccero è direttore del nuovo canale televisivo Rai 4, e l’anno dopo va in onda lo spot di un nuovo programma televisivo nel quale appare lo stesso Freccero, protagonista di una scenetta irriverente assieme a due trans. Nel 2012 Freccero annuncia ufficialmente la sua candidatura alla guida della Rai al fianco del solito Santoro. Per le elezioni politiche italiane del 2013 afferma di voler votare per il Senato della Repubblica Partito Democratico e per la Camera dei deputati, niente meno che Rivoluzione Civile di Ingroia. Nel 2015 si avvicina al Movimento 5 stelle. Basterebbe questo curriculum per capire chi è Freccero, perché sarebbe dovuto restare lontano dalla Rai e perché questi non abbia nulla a che vedere con la Lega e men che meno, con il centrodestra.
Ma più che il passato, a parlare, è il presente della Rai che sta dando spettacoli inverecondi di sé. Avevo fortemente auspicato Marcello Foa alla presidenza Rai e lo avevo sostenuto anche con precedenti articoli di Destra.it, e le forti resistenze che gli si opponevano, facevano ben sperare ch’egli sarebbe stato il presidente del cambiamento della televisione pubblica. Invece tutto continua come prima. Se non peggio.
Solo per indicare i fatti più gravi; è stato trasmesso su Rai 2, in prima serata e in versione integrale, “Ultimo tango a Parigi” del maestro Bernardo Bertolucci, un capolavoro d’arte cinematografica che fu censurato negli anni Settanta e dissequestrato negli Ottanta da un giudice iscritto al Movimento Sociale Italiano (questo non lo dice mai nessuno), che ritenne (a ragione) che il costume sociale fosse mutato e che l’arte non potesse essere censurata, né per ragioni morali, né politiche. Bene il superamento della censura, ma la tutela dei minori non può mai venire meno, e quello non era e non potrà mai essere un film da prima serata! Ma nel giro di pochi giorni abbiamo avuto il bis, e ben più grave: su Rai 3, al programma “Alla Lavagna” è andata in onda Vladimir Luxuria che dinanzi a degli innocenti bambini, ha dato lezioni di “teoria gender”, sulla bellezza di essere trans, sulla “relatività” dell’orientamento e dell’identità sessuali, etc. e senza che si sollevassero particolari proteste. Tra i polemici, Daniela Santanchè (attualmente Fratelli d’Italia), che ha duellato televisivamente con Luxuria. Peccato che “La Pitonessa”, abbia fatto quasi di peggio della Luxuria, e nel medesimo programma “Alla Lavagna”, abbia dinanzi ai bambini, esaltato il Dio Denaro pronunciando queste precise parole: “Il mio papà ha insegnato a me e ai miei fratelli che chi paga comanda e lo dico a te che sei una donna. Il denaro è un grande strumento di libertà”. Alla faccia della “visione spirituale della vita” alla quale il suo partito Fratelli d’Italia dice d’ispirarsi.
Questi sono i nuovi valori che i politici e le TV insegnano alla società fin dalla sua infanzia, e poi ci meravigliamo del nichilismo dilagante, delle derive etiche e del disgusto dei cittadini per la politica. Ma tornando alla questione: che l’alleanza con i 5 stelle dovesse significare ingoiare qualche rospo, era ovvio, ed è noto che nel movimento grillino v’è una cospicua corrente “di sinistra”, il Cda Rai è indicato dai presidenti delle due Camere, e a Palazzo Montecitorio, presiede Roberto Fico, più a sinistra di Bertinotti, quindi c’èra da aspettarsi qualche sbandata progressista. Ma noi che guardiamo all’insieme della situazione, da un punto di vista soprattutto intellettuale e culturale, ci dobbiamo porre il problema di una televisione pubblica che diffonde disvalori nichilisti, e di come questa tendenza non sia purtroppo mutata neppure con la nuova Rai. Per Freccero nessuno stupore. Da parte di Foa, considerato quello che da sempre scrive, ci saremmo aspettati un altro approccio culturale. Peccato.