Appena terminata la lettura e principalmente l’anali del saggio – sintesi, eccessivamente parcellizzato e francamente commerciale, di Sabino Cassese Intellettuali, è apparso dello stesso studioso, sul “Corriere della Sera”, l’editoriale, ben più centrato ed efficace, I partiti fragili. Come dissentire dal passaggio, in cui si raccolgono le “molte” cause “dell’odierna scontentezza per la politica. Rispetto alla tradizionale, naturale e storicamente ovvia “essenza della democrazia”, “oggi, invece, ci sono slogan, schermaglie, battibecchi, prevalgono il quotidiano e l’estemporaneo, l’elettorato [sempre più ridotto, deluso e sprezzante] è considerato come un eterno bambino; il mercato della politica è sempre più chiuso”.
I partiti – osserva Cassese – “perduto il loro legame con la società, conservano solo il monopolio del rapporto con lo Stato”, trascurando o meglio – aggiunge chi scrive – infischiandosene delle loro radici e della loro stessa storia, vedi le paradossali e nevrotiche dispute sulle vaccinazioni (i tricolori alle manifestazione no – vax), innanzitutto essenziali sul piano sociale. A questo proposito, il maestro sottolinea che i partiti, gli agglomerati “non riescono neppure a darsi una identità riconoscibile e parlano molto per dire poco”.
L’ironia palesata sulla vigilia della consultazione amministrativa è opportuna ma amara (“quando bisogna preparare le liste elettorali [specie sul versante del centro- destra, facendo la meschina figura di Milano, patria e culla del leghismo, con cui si è conferita a Sala la riconferma a Palazzo Marino] si rivolgono all’esterno per trovare i candidati”.
Ancora felice ed esauriente, Cassese ricorda “i leader [che] non vengono dalla gavetta, nascono professionisti della politica”. Può apparire irrealizzabile la ipotesi, prospettata dall’editorialista, “bisogna rimediare alla povertà della selezione della classe politica e della sua cultura, stabilendo nuovi rapporti con la società civile”. Ma questa “società civile” esiste ancora ed è cosciente dei propri non semplici e non facili obblighi, una volta insopprimibili?