I fatti: la presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Europeo Michel vanno in visita ufficiale a Erdogan. Erdogan offre una sedia a Michel e fa restare in piedi la von der Leyen, sebbene quest’ultima sia il più alto grado dell’UE, dopodiché a un imbarazzato “ehm” della signora Ursula la fa accomodare su un divanetto laterale di solito dedicata alle personalità di secondo piano. E i due rappresentati europei se ne restano lì a discutere con Erdogan come se nulla fosse.
Fino a qualche secolo fa, per una questione di minima mancanza di etichetta, Re e Regine, dichiaravano guerre. Va bene, erano altri tempi. Ma nella storia, una provocazione del genere non si era nemmeno mai vista. Se Erdogan l’avesse fatto con la signora Kamala Harris gli Usa avrebbero immediatamente rotto le relazioni con la Turchia e preparato i bombardieri. Ugualmente se l’avesse fatto con XI Jinping o Putin. Ma con loro non si sarebbe mai sognato di farlo.
Che l’Unione Europea sia imbelle lo sappiamo. Nessuno pretende di vedere una risposta con i bombardieri, pur di fronte a uno sgarbo del genere. Ma il minimo era alzarsi e andarsene. Perché la signora von der Leyen non rappresentava sé stessa. Non rappresentava “le donne in politica” (come qualche fesso ha scritto), ma l’Unione Europea, tutti gli stati d’Europa. Il minimo per salvaguardare un po’ di dignità. Ma la dignità è morta. Come l’Europa che non è altro che, per usare parole di d’Annunzio non è altro che “una fetida ruina”