• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
martedì 26 Settembre 2023
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Home

La Repubblica ha 75 anni. Festeggiamola senza incensi, senza retorica

di Mario Bozzi Sentieri
30 Maggio 2021
in Home, Pòlis
2
La Repubblica ha 75 anni. Festeggiamola senza incensi, senza retorica
       

La Storia – è risaputo – non si fa con i se e con i ma. Nel gioco affascinante delle possibilità immaginarie, un’Italia monarchica, alla luce, il 2 giugno 1946, di un diverso risultato del referendum, appare però un’ipotesi tutt’altro che impraticabile.

In fondo Casa Savoia aveva retto l’Italia per ben ottantacinque anni, passando indenne attraverso la complicata fase postunitaria, il brigantaggio, la Questione Romana, la stagione del trasformismo, la prima rivoluzione industriale, la Grande Guerra, la nascita dei partiti di massa, il Ventennio fascista e la sua fine, la guerra civile e la guerra perduta. In questo lungo dispiegarsi di avvenimenti la monarchia resse dignitosamente le sorti del Paese (almeno fino al 1943), sulla base dello Statuto Albertino, una sorta di Costituzione “flessibile”, risalente al marzo 1848, e forte del continuismo dinastico. Fu tutt’altro che un’anomalia, in un’Europa a stragrande maggioranza monarchica, confermandosi, nel mutare dei tempi, come  “centro ordinatore”.

Il passaggio alla Repubblica avvenne con non poche ombre. A cominciare dall’esclusione dal voto di larghe porzioni del territorio nazionale (da Bolzano a Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Zara, soggette ai governi militari alleato o jugoslavo) e di quanti si trovavano fuori dal territorio nazionale, in quanto internati nei campi di prigionia all’estero.

Gli stessi risultati elettorali, proclamati a più di una settimana dal voto, furono segnati dall’ombra dei brogli e da significativi ritardi (i dati definitivi vennero comunicati dalla Cassazione ben tredici giorni dopo la comunicazione dei primi risultati provvisori da parte del ministro dell’Interno).

Ad urne aperte e a scrutinio avvenuto quello che uscì fuori dal referendum fu un Paese spaccato a metà, con un Mezzogiorno saldamente monarchico (in Campania la Repubblica ottenne appena il 23,7% dei voti) e con non pochi dubbi sulla correttezza del risultato.

L’Italia “divisa” (tra Settentrione e Meridione, tra aree sviluppate e cronici ritardi, ceti privilegiati e disuguaglianze sociali) non trova pace con il referendum del   giugno 1946. E non solo per i numeri, oggettivamente risicati e perfino “parziali”, posto che molte sezioni mancarono all’appello, le schede bianche e nulle scomparvero e non ci fu possibilità di verifiche seguenti. Furono gli assetti istituzionali, posti a fondamento del neonato sistema costituzionale, che condizionarono le sorti nazionali, manifestando limiti congeniti ed evidenti debolezze strutturali.

Mancò, alla base della neonata Repubblica, un centro ordinatore ed equilibratore, in precedenza rappresentato dalla Monarchia, malamente surrogato dalla partitocrazia, con i suoi particolarismi, con i suoi piccoli e grandi giochi di potere, con la sua subalternità alle potenze internazionali (ad Ovest gli Stati Uniti ad Est l’Unione Sovietica), con la corruzione diffusa.

L’Italia era “finita”, ancor prima di nascere, per richiamare un provocatorio pamphlet di Giuseppe Prezzolini (L’Italia finisce, ecco quel che resta) edito, nel 1948, negli Stati Uniti. A fallire – per dirla con Prezzolini – il tentativo di formare uno Stato nazionale, con un’Italia destinata a diventare una provincia dell’Europa, mentre venivano meno le aspettative risorgimentali di quel “primato” a cui speravano “Mazzini e Cavour, De Sanctis e Garibaldi, Crispi e Oriani; per non parlare del padre del Risorgimento, Gioberti”.

L’antifascismo ed il “mito resistenziale” non riuscirono a surrogare queste aspettative, l’idea di una grande rigenerazione nazionale, confermandosi esperienze di minoranza. Con un’Italia che, oggi come settantacinque anni fa, appare segnata da  una profonda crisi d’identità, “ondeggiando – come ebbe a scrivere Giano Accame (Una storia della Repubblica) – tra un modello capitalista fortemente contestato e un modello socialista che non è mai stato seriamente delineato giacché le esperienze dell’Europa orientale non costituirono nemmeno per il Pci un preciso punto di riferimento; tra una vocazione europea, che fu particolarmente profilata negli anni ’50, e lo spettro di una ricaduta verso il basso Mediterraneo e il Terzo Mondo, che è stato l’incubo degli anni ‘70”.

Certo, dal 1946, di strada, in termini economici e sociali ne è stata fatta. Ma non solo per l’Italia e certamente non grazie alla lungimiranza delle classi dirigenti repubblicane, succedutesi negli anni, le quali, al di là delle diverse appartenenze partitiche, sono parse accomunate da un’identica debolezza di strategie, di visioni lunghe, di culture fondanti. Di una Politica alta, in definitiva, che sembra essere mancata alla Repubblica nata settantacinque anni fa e che continua a mancare oggi. Sempre la stessa, pur nel trascorrere degli anni, sempre uguale a se stessa. Nata male e cresciuta peggio, ma per la quale vale ancora la pena trovare le ragioni di un impegno autenticamente riformatore, se non rivoluzionario. In fondo “Right or wrong, my country“, senza retorica però, consapevoli delle sue congenite gracilità.

Tags: monarchiareferendumrepubblica italiana
Articolo precedente

“Legge omofobia, perchè non va”, il libro che la Feltrinelli censura

Prossimo articolo

Un popolo di somari? Abbandoni scolastici e analfabetismo di ritorno

Mario Bozzi Sentieri

Correlati Articoli

Carlo III° e Sergio II°. Trovate la differenza….
Il punto

Carlo III° e Sergio II°. Trovate la differenza….

di Maurizio Bianconi
10 Maggio 2023
0

Carlo incoronato è stata la notizia clou per molti giorni. Si è anche disquisito sui costi della monarchia e della...

Leggi tutto
Dopo il referendum. Milioni d’italiani non si rassegnano, discutono e votano

Dopo il referendum. Milioni d’italiani non si rassegnano, discutono e votano

14 Giugno 2022
Per una giustizia giusta. Il referendum necessario

Per una giustizia giusta. Il referendum necessario

6 Luglio 2021
Storie d’Italia/ Tradizione napoletana e “napoletanismo” secondo Tejada

Storie d’Italia/ Tradizione napoletana e “napoletanismo” secondo Tejada

6 Giugno 2021
Carica altro
Prossimo articolo
Un popolo di somari? Abbandoni scolastici e analfabetismo di ritorno

Un popolo di somari? Abbandoni scolastici e analfabetismo di ritorno

Commenti 2

  1. Evolux says:
    2 anni fa

    A prescindere da tutte le polemiche storiche, aveva vinto la monarchia, il risultato del referendum fu falsificato.

    Rispondi
  2. Gabriele Baraldi says:
    2 anni fa

    Per chi festeggia la guerra persa una mezza vittoria è una grande occasione, io sono repubblicano ma a una “brutta” Repubblica forse è meglio una buona monarchia……

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

L’Atlantismo non è una fede religiosa

L’Atlantismo non è una fede religiosa

26 Settembre 2023
Torna negli USA la stagione dei grandi scioperi. Bloccata l’industria automobilistica

Torna negli USA la stagione dei grandi scioperi. Bloccata l’industria automobilistica

26 Settembre 2023
Disinformare che passione. L’intrigante storia delle bugie di Stato

Disinformare che passione. L’intrigante storia delle bugie di Stato

26 Settembre 2023
Protagonisti/ Per i 100 anni di Ernst Nolte

Protagonisti/ Per i 100 anni di Ernst Nolte

25 Settembre 2023

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Ucraina Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In