Sovranismi e populismi avanzano ovunque, dall’Impero dello Zar Putin, al protezionismo di Trump, dalla Brexit britannica al governo giallo-verde italiano; le forze progressiste arretrano, arrancano, sono continuamente insidiate. Ma resta la percezione che quelle che Marx, Gramsi e Eco chiamavano “sovrastrutture”, restino – a dispetto dei successi elettorali delle forze “di destra” – in mano alla nuova borghesia post-comunista e radical-chic.

Si tratta per “le destre”, di capire che il mondo si è da molto tempo rovesciato, e l’egemonia culturale è oramai da decenni saldamente in mano al progressismo. E questo anche perché il progresso tecnico ed economico favorisce questa tendenza. È come se la politica conservatrice fosse l’hardware all’interno del quale agisse un software che resta progressista. Oppure è come se il conservatore camminasse da prua a poppa su una nave in cammino; egli avrebbe l’illusione di muoversi all’indietro, ma la nave proseguirebbe avanti assieme a lui. Non si tratta ovviamente di dover “tornare indietro storicamente”: nessuna nostalgia. Però resta decisivo per chi genericamente si considera di destra, “conservare” alcuni valori, o – nel caso questi siano stati sradicati – restaurarli, ovviamente in una nuova forma che sia idonea con i tempi che viviamo.
Una notizia per esempio che in questi giorni proviene da Tokyo dovrebbe farci rabbrividire. Alcuni ricercatori sarebbero riusciti a sviluppare una nuova tecnica denominata EUFI – incubazione fetale extrauterina. Con questa tecnica hanno così creato la vita senza la necessità di usare una donna. Per l’esperimento hanno dovuto usare nientemeno che dei feti di capra, collegandoli attraverso dei cateteri il sistema venoso e creando così la camera amniotica presente all’interno della donna. Non mi soffermo oltre nello spiegare nei dettagli com’è stato possibile quest’abominio e sui presunti effetti benefici a detta dei ricercatori, anche perché non sono uno scienziato, ma al di la delle perplessità etiche che potrebbero far suscitare nelle persone più sensibili ai diritti degli animali, resta un tema etico ben più grave al centro della nostra discussione.
I ricercatori – fieri del loro capolavoro – ci tengono a precisare che forse tra una decina d’anni circa sarà possibile far crescere bambini da uteri di animali o addirittura da uteri completamente artificiali. Inutile dire che a festeggiare siano state le organizzazioni Lgbt che vedono in questa schifosa invenzione scientifica l’ultimo stadio (per adesso) di quella che ostinatamente definiscono “emancipazione”. Oltre le adozioni gay, oltre la barbarie della pratica dell’utero in affitto. Il comunismo – sconfitto storicamente sul pieno economico e della lotta di classe – s’insinua subdolamente all’interno della civiltà nichilista, si salda con il liberismo economico e crea un viscido ibrido delle due opposte idee, inverando un capitalismo libertario che produce un processo di omologazione globale che rischia di avere esiti ancora più totalitari delle peggiori dittature utopistiche del passato.
Il superamento delle “classi” lascia il posto al superamento di “genere”, devastando come la peste la società umana, minandola sin dalle sue fondamenta che sono la famiglia; operando un processo di relativizzazione, contemplando famiglie aventi figli con due padri, due madri o quattro madri, etc; obiettivo distruggere per sempre il collegamento naturale tra sessualità e riproduzione.
Ebbene adesso con l’invenzione luciferina degli scienziati di Tokyo, sarà possibile andare ben oltre, infatti la prossima tappa di questo infame processo di disumanizzazione è quella di separare per sempre i bambini dal grembo materno, per farli crescere direttamente in laboratorio. Mostruosità finora lette nei romanzi o visti nei film di fantascienza, libri e film che servivano proprio come monito all’umanità sui rischi mortali di una società disumanizzata che poneva la Dea tecnica e il Dio denaro al di sopra dell’uomo come individuo e come parte della comunità. E colpisce che questa infernale invenzione provenga dal Giappone, nazione all’avanguardia nella tecnologia, ma anche fortemente radicata nelle tradizioni. Forse sarebbe opportuno ricordare il pericolo che corre l’uomo quando si allontana troppo dalla natura (in tutti i sensi), e che, questa insensata ostinazione a procreare a tutti i costi (compresi gli omosessuali), finisce per rovesciarsi in egoismo. I figli non sono un diritto, bensì, i figli hanno il diritto di essere concepiti come vuole madre natura, senza capre o uteri artificiali.