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Home L'Editoriale

La sinistra globalista: danarosa e intollerante

di Emiliano Calemma
19 Novembre 2021
in L'Editoriale
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La sinistra globalista: danarosa e intollerante
       

Ciò che noi comunemente definiamo Sinistra oggi, è in realtà uno strano miscuglio fra liberalismo, marxismo e dottrina dell’uguaglianza. In realtà potrebbe essere identificato come un sistema ideologico a doppio livello, composto da un piccolo gruppo di leader e ideologi e da una massa di persone che si autodefiniscono democratici e libertari. La loro tipica generalizzazione è la seguente: chi è democratico è di sinistra e chi è di sinistra è democratico. Il militante di base non va troppo oltre questa semplice autodefinizione.

L’élite invece è composta quasi esclusivamente da multimilionari che attraverso il loro potere mediatico, indirizzano i pensieri pro o contro qualcuno, con un occhio sempre attento alle loro casse. Hanno trovato la chiave di volta del nuovo business: ideologizzare il profitto, o viceversa. La pervasiva presenza di grandi capitalisti quali finanziatori della sinistra occidentale è un fatto che sui media non viene mai citato e anche gli oppositori di destra fanno fatica a menzionare questo fatto. C’è troppa paura di finire alla berlina in mondovisione.

Tra governi, denaro, media e tecnologia, l’élite di sinistra ha quasi il monopolio dello scritto e del parlato nel mondo occidentale. I partiti e le associazioni sono influenzati e gestiti con tecniche di marketing sopraffine, dalle quali è quasi impossibile salvarsi. Il bombardamento mediatico è quasi incontrastato e schierarsi apertamente contro questo sistema è pressoché impossibile, pena l’ostracismo della maggioranza. Non si ha semplicemente paura di esprimere un pensiero contrario, ma di essere socialmente esclusi dal mondo dei benpensanti e additati con le peggiori definizioni: razzista, fascista, nazista, negazionista, antisemita, omofobo, etc. tutti insulti all’ordine del giorno nel ristretto vocabolario del cameriere dei potenti.  

I milionari sono riusciti a convertire la parte più virtuosa del marxismo in una perversione ideologica votata ad una uguaglianza raccapricciante, fatta di esaltazione del grottesco e di inclusione del nulla. La loro azione politica è estremamente aggressiva, basata sul desiderio di imporre i propri valori e le proprie convinzioni su tutti gli altri, senza opposizione alcuna. Questo è il vero aspetto che dovremmo combattere ed invece è quello che spaventa di più.

La sinistra di oggi non ha tolleranza per le opinioni dissenzienti, specie per quelle che minacciano le sue posizioni e i suoi profitti. La sinistra sa bene che un dissenso razionale e motivato può solo minare la loro credibilità e allora sopprimono proprio il dissenso sul nascere, utilizzando le armi della peggiore propaganda denigratoria.

Dovremmo semplicemente combatterli sul piano ideologico, perché è lì che scricchiola la loro struttura di potere. Sostengono che le razze sono un costrutto sociale, che la natura umana è flessibile e malleabile, qualcosa di riscrivibile a seconda del capriccio. Propongono un egualitarismo ingenuo che non tiene conto delle bellezze peculiari dell’umanità: le differenze profonde che esistono tra razze e gruppi etnici, per motivi fisici, sociali, emotivi, psicologici, culturali, etc. Non hanno alcun concetto di nobiltà umana e vogliono condannare il genere umano a una miserabile mediocrità. Una mescolanza di tutto; un miscuglio sociale senza forma, né origine, né colore.

La sinistra ci racconta che siamo tutti uguali e per questo nessuno può essere migliore degli altri su questioni morali e valoriali. Il loro concetto di uguaglianza non prevede esseri umani superiori, ma sono proprio gli esseri umani più elevati che hanno fatto la storia. Altrimenti non avremmo mai dovuto narrare e studiare le gesta di grandi condottieri, di grandi pensatori, di grandi artisti. Questi individui superiori, attraverso migliaia di anni, smentiscono il mito dell’uguaglianza che oggi ci vogliono imporre. Da qui la necessità di cancellare il passato.

La sinistra impone una cultura pagata dal denaro e basata su un’ideologia mondiale senza alcuna specificità (buona per ogni luogo), su frontiere inesistenti, sulla denigrazione di ogni tradizione e quindi snaturando qualsiasi tipo di rivendicazione. Da qui bisogna ripartire: rifiutare la loro concezione della vita e dedicarci al duro lavoro di ripristinare una società sana e fiorente, coesa e stabile. I migliori devono governare, non i più ricchi.

Tags: globalizzazionesinistra
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