La domanda di adesione dell’Algeria ai Brics, presentata in via ufficiale lo scorso 7 novembre, dovrebbe essere accolta in estate, segnando l’ingresso del primo Paese arabo nel blocco politico-economico delle nazioni emergenti.
In attesa dell’ufficialità, Algeri ha incassato ieri il pieno sostegno della Cina, espresso tramite l’ambasciatore in Algeria Li Jian. Il diplomatico ha ricordato come la Cina “è il primo Paese nel settore delle infrastrutture algerine, con iniziative di spicco, quali la Grande moschea di Algeri, l’autostrada est-ovest e il complesso olimpico di Orano”, sottolineando inoltre che “nel settore commerciale, dal 2013 la Cina è per l’Algeria il primo Paese esportatore, dal momento che offre prodotti di qualità a prezzi sostenibili per i consumatori algerini”.
Accanto agli aspetti più strettamente economici, è di tutta evidenza l’impatto politico del rafforzamento delle relazioni sino-algerine. Nella partita per l’influenza in Africa settentrionale i Paesi europei – per non dire della Ue – rischiano di perdere ulteriormente posizioni a favore di Russia e Cina. Ritrovandosi nell’impossibilità di gestire fenomeni, come quello migratorio, che hanno un impatto più che notevole sulle imbolsite società europee.