Pietro Roccasalva crea delle installazioni apparentemente complicate e macchinose, potremmo definirle, come da lui stesso etichettate, delle “situazioni d’opera”. Le tele si caricano di citazioni, rimandi e richiami alla storia dell’arte e alla cultura popolare, all’antropologia culturale, intrecciandosi in concreto con video, azioni e tableaux vivants, installazioni non in atelier ma in cantiere.
Dal Barocco al Futurismo numerose sono le fonti d’ispirazione che attraversano i dipinti di Roccasalva, ritraenti figure enigmatiche che ricostituiscono una realtà non alta o metafisica ma altra. Non è una recherche simbolica o della memoria, meno che mai anagogica, ma allegorica, eco o meglio specchio riflettente e condensante pensieri e scritti filosofici o di forme religiose. La fluidità data dall’intersecarsi di linguaggi diversi ed, in modo totalitario, contemporanei, mai post-contemporanei, si risolve e si dissolve sempre nella pittura, fase cristallizzata di un continuo divenire e punto di arrivo cui spetta il compito di “riassumere” tutte le situazioni precedenti.
Le opere di Pietro Roccasalva non sono misteriose ma ri-velate, la matrice è un contenitore pieno o meglio saturo di forme, volumi e colori spesso cupi tra ricerca formale ed erudizione, che potrebbe avvicinarsi all’arte enigmatica dei maestri dell’arte appresa tra Comiso, Urbino e Milano alla fine del secolo scorso. Roccasalva, per mezzo del codice artistico, esaspera la pittura non pietrificandola come farebbe uno scultore, ma costringendo gli occhi e la mente ad entrare nelle opere per mezzo di un lettore con password, confrontandosi non con meri simulacri, ma con la finzione, in modalità di “verità-non verità” continuità e discontinuità rispetto alla tradizione che porta così ad una involontaria, ma reale, trasgressione e trasformazione intorno al segno in definitiva operata dell’artista siciliano.
La “sua” arte diviene “multipla” e talvolta autoreferenziale, “ubriacandosi”, non ebbra, di filosofia antica, cultura tecnologica e digitale, dove trovano spazio e volume il piano banale ed eccentrico, il macabro incontra la farsa non l’ironia: antropologia d’arte, senza psicologia o sociologia delle fonti “umanistiche” delle avanguardie storiche del Novecento. L’arte viene così “sfigurata” in una sorta di cupio e dissolvi esistenziale dell’artista stesso.
MOSTRE PERSONALI RECENTI
2021 – Giocondità, MASSIMODECARLO Pièce Unique, Paris.
2020 – The Argon Welder, Zeno X Gallery, Antwerp.
2019 – Pietro Roccasalva, Fuerstenberg Zeitgenössisch, Donaueschingen.
MOSTRE DI GRUPPO RECENTI
2021 – The Paradox of Stillness: Art, Object, and Performance, Walker Art Center, Minneapolis.
2021 – Before the Cockerel Crows. Prima che il gallo canti. Works from Sandretto Re Rebaudengo Collection, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d’Alba.
2021 – Works on Paper, Zeno X Gallery, Antwerp South.
2021 – Portraiture One Century Apart, MASSIMODECARLO, Milano.